Bari, il sindaco Emiliano non si dimette

“Se qualcuno pensa che qualche chilo di pesce manderà a casa tutto quello che abbiamo fatto in questi anni, si sbaglia. Se il senatore D’Ambrosio Lettieri, anche lui mi ha mandato un regalo, crede che mi dimetterò per questo, si sbaglia. Certo, nominare Annabella De Gennaro assessora, è stato un errore. Su questo avevano ragione i molti che mi hanno criticato”. Michele Emiliano, sindaco di Bari, si difende ed esclude le dimissioni. Ha predisposto una sorta di memoria con cui si difende punto su punto. L’operaio che avrebbe raccomandato, Michele Ragone? Mai conosciuto. Gli aiuti all’impresa del cugino omonimo? Non legati al mio ruolo di amministratore. Il contratto tra Dec e il fratello subappaltatore Alessandro Emiliano? Non è mai stato onorato e l’azienda per questo è in crisi. Gli appalti? Solo uno, per il centro direzionale, e solo perché non c’erano imprenditori concorrenti. Il dirigente Vito Nitti arrendevole agli interessi e alle pressioni dell’azienda dei De Gennaro? Subìto, non scelto, e presto allontanato. E il famoso regalo di Natale? Il pesce ricevuto nel 2007? La risposta è una domanda: che contropartita sarebbe una valanga di pesce e champagne per affari milionari? A testimonianza della sua tesi, Emiliano sostiene. “Abbiamo appaltato i lavori per l’asse Nord Sud, lavori per 35 milioni. La Dec ha concorso, ma dopo una prima aggiudicazione, non ha vinto in seguito a maggiori controlli. Dimostra che non li abbiamo mai favoriti”.

Dopo le scuse, anche per la nomina di Annabella, figlia del patron di Dec, Vito, l’impegno. “Occorrono norme che regolino i conflitti di interesse, tutti. Con gli imprenditori che possono avere rapporti con la pubblica amministrazione, certo. Ma anche con i farmacisti, chiamati a legiferare su particolari questioni. Anche i giornalisti possono rischiare di incorrervi”. Occorre anche maggior prudenza. Ma il sindaco di Bari assicura di aver imparato.