La millenaria caccia al pesce spada da Scilla a Cariddi mostra fotografica di Maricò Zitelli

Maricò Zitelli

“Sono una acchiappa emozioni” si definisce così Maria Concetta Zitelli, in arte Maricò Zitelli, originaria di Troina, nell’ennese, l’abbiamo incontrata a Catania, al Palazzo della Cultura, in occasione del suo debutto fotografico, una mostra dedicata al mare, “La millenaria caccia al pesce spada da Scilla e Cariddi”, primo appuntamento della “Rassegna Siciliana di Fotografia e Film del Mare”: una vetrina per gli autori che hanno puntato i loro obiettivi sul mare, in particolare quello etneo, promossa dal Comune di Catania. Ha aperto l’incontro, Giulio Santoro, etnologo ed esperto delle tradizioni legate alla pesca nello stretto di Messina.

Maricò, come nasce questa passione per la foto, per il mare: “per me è raccogliere un’emozione e cercare di trasmetterla agli altri e poi, io amo il mare, vivo il mare, mi piacerebbe essere, magari in un’altra vita, una sirena”.

Le foto ritraggono una battuta di pesca: “si, è la pescata del pescespada, siamo tra Cariddi e Scilla, quindi tra Messina e Calabria. Lo stretto di Messina è famoso per questa pesca. Essa ha origine antiche, ormai millenaria, una “lotta”, possiamo dirlo, ad armi pari, pensate che questi pescatori, generalmente sono una famiglia, un piccolo gruppo, sacrificano la propria vita al mare, su 80-100 avvistati di pescespada, che sono già tanti, ne prenderanno, forse due, con un dispendio ovviamente di energia. Ti sarà facile capire che un buon pescatore conosce soprattutto una cosa: conosce le abitudini della sua preda. E’ questo che fa di lui un buon pescatore.”

Attraverso un suggestivo percorso espositivo fotografico, il visitatore viene accompagnato in un affascinante viaggio tra passato e presente, della pesca al pesce spada, che entusiasma, sin dalla notte dei tempi, tutti gli appassionati della pesca in mare, come a dimostrare che questo pesce realmente porti con sé qualcosa che va oltre il suo semplice essere animale.

Da sempre il pesce spada ha intrecciato, attorno alla sua vita biologica e alla sua pesca, sia essa professionale sia sportiva, una sorta di comunione con credenze popolari, leggende e magia: “Si, infatti, in Italia, i pescatori professionisti sono soliti incidere una doppia croce traslata a 90 gradi sulla branchia sinistra dello spada con un coltello, in segno di rispetto (la doppia croce serve ad allontanare dall’equipaggio la vendetta dello spada ucciso)”.

In questa esperienza che ha vissuto, qual è stata la fase più intensa emotivamente: “tutta, l’attesa, il silenzio. Sei tu e il mare, non bisogna distrarsi. La pesca si divide in due parti. Dall’antenna della feluca l’antenniere avvista il pesce e con urli e indicazioni, dirige la barca all’inseguimento della preda. Nello stesso momento sulla passerella, o ponte, l’arpionatore svolge la seconda parte della caccia ed anche la più importante. E’ fondamentale avere sinergia e collaborazione tra l’antenniere e l’arpionatore. Infine, la soddisfazione”.

La mostra è itinerante: “si dopo Catania saremo a Siracusa e poi ad aprile a Trapani”.

Si è definita un’acchiappa emozioni, quante emozioni riesce ad acchiappare: “sempre, anche adesso che sto parlando con lei”.

La rassegna, proseguirà fino al 18 marzo, sempre al Palazzo della Cultura, con incontri, proiezioni e mostre, che hanno un unico protagonista: il mare.