L’allenatore leccese Gianluca Mascherpa adescava ragazzine sul web

Orrore in rete. Si era creato due falsi profili su Facebook e altri social network, fingendosi un affascinante 15enne/16enne e stringendo “amicizia” con molte ragazzine e persino bambine di 11 anni. La realtà era ben diversa. Dietro il nickname si nascondeva un pedofilo 49enne con una serie impressionante di precedenti, Gianluca Mascherpa, originario di Lecce, e il suo scopo era procurarsi immagini osé delle ragazzine, inducendole a compiere atti sessuali davanti alla webcam.

Mascherpa, nonostante le condanne e gli anni di carcere per reati simili, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e da attività in strutture frequentate da minori, era riuscito a nascondere a tutti la sua fedina penale e a diventare allenatore di pallavolo femminile di una squadra di ragazze da 17 a 25 anni di Trezzano sul Naviglio (MI). L’uomo, residente a Trezzano ma domiciliato a Sesto San Giovanni con la madre, è stato portato nel carcere di San Vittore con le accuse di pedopornografia e violenza sessuale su minorenni.

Sono complessivamente una dozzina le ragazzine, tutte tra gli 11 e i 16 anni, che il 49enne era riuscito ad adescare via Facebook, Messenger e Netlog. Social network sui quali si spacciava per un brillante 15enne, sportivo, alla moda, di bell’aspetto, con tanto di fotografia e nome finto. Il suo nickname era “Skizzatonero” o “Simoroller96”. Aveva inoltre tre utenze telefoniche cellulari che utilizzava per scambiare messaggi con le ragazzine. Aveva contattato minorenni non solo a Milano, ma anche in tutto il resto d’Italia. Quello che ha colpito gli investigatori è l’abilità del 49enne nel calarsi nei panni di un adolescente. Dopo i primi contatti partiva infatti un «corteggiamento virtuale» seguito da un “bombardamento psicologico”, fatto di discorsi provocanti e ammalianti, con l’evidente finalità di indurre le vittime a sottomettersi e assoggettarsi al fantomatico giovane “Simone”. Il pedofilo riusciva, in una sorta di condizionamento psicologico, a istruirle su cosa fare e a obbedire ad alcune parole. Il linguaggio, in particolare, dopo una prima fase piuttosto amichevole e sentimentale, diveniva sempre più volgare e aggressivo. Alla fine chiedeva alle ragazzine di mostrarsi nude in webcam e di compiere atti di autoerotismo, a volte anche molto spinti.

Quando le ragazzine gli chiedevano di farsi vedere a sua volta, si giustificava asserendo che “la mia webcam è rotta”. E quando qualcuna mostrava dubbi sulla sua età, spiegava di essere più sviluppato dei suoi coetanei. Tra le minorenni contattate via internet non risulta nessuna delle allieve della squadra di volley femminile che il 49enne allenava a Trezzano sul Naviglio.

Lo scorso gennaio, dopo denunce di genitori, sono scattate le indagini, condotte dai carabinieri di Corsico e Trezzano. Gli investigatori si sono subito resi conto di trovarsi di fronte a un soggetto molto pericoloso. Hanno scoperto che era stato scarcerato il 9 aprile del 2010 dopo aver scontato una pena per reati simili, se non più gravi. Nel 1998 il 49enne era stato arrestato dal commissariato di Massa Carrara per aver violentato ragazzine italiane con la connivenza dei loro genitori, che gli avevano “venduto” le figlie per una somma di denaro e assistevano agli incontri. Gianluca M. era stato arrestato di nuovo nel 2001 e ancora nel 2005 dalla Polposta del Trentino. Tornato in libertà, aveva iniziato ad allenare le under 12 a Corsico e Cesano Boscone, con tanto di patentino. Allontanato dalle squadre per altri motivi, si era spostato a Trezzano, dove svolgeva tranquillamente la sua attività nonostante l’interdizione perpetua a frequentare strutture pubbliche e ad assumere ruoli di istruttore di minori.

Mascherpa è stato scoperto anche per aver tentato approcci reali, e non più soltanto online, con due ragazzine. Era andato a incontrarle all’uscita da scuola e in oratorio e aveva mandato loro degli sms. Le ragazzine però hanno raccontato tutti ai genitori, ed è partita la denuncia. Le segnalazioni e la piena collaborazione della squadra di volley hanno permesso di evitare che questi contatti si trasformassero, come in passato, in qualcosa di ben più grave. L’uomo è stato incastrato grazie alla sua abitudine di controllare i suoi profili sui social network con lo smartphone. Aveva nascosto i suoi precedenti alla Federazione sportiva e stava facendo un corso per ottenere un tesserino che lo abilitava a cambiare categoria.