Crolla il palco di Laura Pausini. Muore il romano Matteo Armelini

Un’altra vittima nel mondo dello spettacolo. Un altro operaio che perde la vita mentre sta lavorando ad allestire il palco di un grande concerto. Era successo a Trieste. Doveva esibirsi Jovanotti. La tragedia si ripete a Reggio Calabria. A cantare doveva esserci Laura Pausini. L’operaio romano è morto, altri due sono rimasti feriti in modo non grave. La disgrazia si è consumata questa notte intorno alle ore 02:00. A venire giù una struttura del palco in allestimento che stasera avrebbe dovuto ospitare il concerto di Laura Pausini al Palacalafiore di Reggio Calabria. La vittima è Matteo Armelini, 31 anni, di Roma.

Secondo una prima ricostruzione, un cedimento strutturale ha fatto crollare e “scivolare” la struttura metallica sovrastante il palco, che si è abbattuta sulle gradinate e su alcuni operai che stavano lavorando all’illuminazione. Armelini è stato travolto ed è morto sul colpo. Gli altri due hanno riportato lesioni non gravi e sono stati ricoverati in ospedale.

Quello della tappa reggina era il palco medio, dei tre (piccolo-medio-grande) a disposizione della cantautrice. Nonostante la taglia “media”, l’attrezzatura necessaria sembra occupi ben 15 camion. Il palco è crollato improvvisamente e repentinamente di lato, accasciandosi su una gradinata. Si tratta di capire se la colpa del crollo sia imputabile al parquet del Palacalafiore, che non avrebbe retto il peso, o se si sia trattato di un errore di progettazione del palco, o ancora invece di un errore di esecuzione del montaggio. Ovviamente il concerto di stasera è stato annullato. La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha aperto un’inchiesta e ha disposto il sequestro di tutta la struttura. Sul posto sono all’opera i vigili del fuoco, che dopo la fase del soccorso hanno iniziato i rilievi per stabilire la dinamica e le cause dell’incidente. A lavoro anche gli uomini della polizia scientifica.

“Ciao Matteo”, con queste parole su sfondo bianco il sito ufficiale di Laura Pausini su internet rende omaggio a Matteo Armellini.

Dei due operai rimasti feriti, uno ha riportato fratture in varie parti del corpo ed è ricoverato negli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria con una prognosi di 30 giorni. Meno grave l’altro operaio, che ha riportato lievi contusioni ed escoriazioni. Drammatico il racconto di uno dei lavoratori coinvolti nell’incidente. “Siamo venuti giù di botto, io sono finito per terra in un secondo, e non ho ancora capito perchè”, racconta Luca D. B., tecnico rigger che si occupa dell’ancoraggio dei motori del palco. “Ero sul tetto del palco e stavo proprio lodando le condizioni di sicurezza quando tutto è venuto giù. Sono stato il primo a soccorrere quel ragazzo, gli ho sentito il polso ma non c’è stato niente da fare. I soccorsi sono stati immediati ma anche loro hanno capito che eravamo di fronte ad una tragedia”. “Il tetto del palco era a circa 15 metri di altezza e a venir giù, senza farci niente, siamo stati in 4 – ha proseguito Luca -. Ci siamo ritrovati per terra senza aver percepito niente di anomalo prima. Per me può anche essere stato un terremoto… Sono il primo a voler capire cosa sia successo. Ho una certa esperienza e devo dire che tutto mi sembrava a regola d’arte. La mia sensazione è che tutto fosse montato perfettamente e in sicurezza”. Soccorsi immediati per la vittima, ma inutili. “Era letteralmente sotto di me quando sono caduto, si sono precipitati tutti, nel palazzetto c’erano tutte le forze dell’ordine, ma credo sia morto sul colpo”.

La tragedia di Reggio Calabria riporta alla mente quella avvenuta a Trieste nel dicembre scorso, quando il giovane operaio studente Francesco Pinna fu travolto e ucciso dal crollo del palco in allestimento per il concerto di Jovanotti.

Lorenzo Jovanotti, colpito da analoga tragedia prima del concerto triestino, chiede di aprire “una discussione molto seria tra organismi competenti su come possiamo migliorare il livello di sicurezza”. “Le normative ci sono e nei tour vengono rispettate – scrive Cherubini – ma dobbiamo capire tutti noi coinvolti cosa deve cambiare”.