Fabrizio Pioli, iu u cercanu u terrenu pe mmu iettunu

Simona Napoli, sposata con Vincenzo Curinga, e madre di un figlio, si innamora di Fabrizio Pioli. I due cominciano a vedersi e il 23 febbraio per la prima volta Fabrizio si reca a casa della ventiquattrenne. Antonio e Domenico Napoli, rispettivamente padre e fratello di Simona, li sorprendono in casa propria a Melicucco. Fabrizio scappa a bordo della sua Mini Cooper nera, i due uomini lo inseguono a bordo di un Fiat Doblò, sulla strada di grande comunicazione Ionio-Tirreno. Pochi minuti dopo Simona prende la sua macchina e li segue. La ragazza vede le due macchine accostate sulla statale, accanto ad esse il suo innamorato discute con gli uomini della sua famiglia: Antonio Napoli ha in mano una pistola. Simona non si ferma, prosegue dritto fino a Gioiosa Ionica. Lì contatta i carabinieri, ai quali porge denuncia nei confronti del padre e del fratello. Simona non fa più ritorno a casa, per lei atta l’immediata protezione delle forze dell’ordine. Questa è la storia agghiacciante che emerge dai documenti della Procura di Palmi, in questo caso rappresentata dal pm Giulia Pantano, riguardo all’omicidio del giovane meccanico Fabrizio Pioli, commesso, sempre secondo la procura, in concorso da Antonio (ancora latitante) e Domenico Napoli.

Il cadavere di Fabrizio non è stato ritrovato, tuttavia l’imputazione per l’omicidio è stata formalizzata dagli investigatori per via di un colloquio, captato nella caserma dei carabinieri di Gioia Tauro, tra Domenico Napoli e il marito di Simona, Vincenzo Curinga. Curinga chiede al cognato che fine abbia fatto Pioli, e quest’ultimo gli risponde. Vincenzo: U pà? (Il papà) Domenico: iu u cercanu u terrenu pe mmu iettunu. Addirittura Curinga chiede a Napoli le modalità della morte di Fabrizio Pioli, quest’ultimo fa il gesto della pistola e indica la base del cranio. La storia di Fabrizio Pioli e di Simona Napoli è l’ennesimo ritratto, qualora naturalmente le ipotesi investigative dovessero essere confermate, di una parte di Calabria permeata dalle metastasi della mentalità mafiosa, quel modo di pensare che fa dire, secondo quanto dichiara Simona ai Carabinieri, al padre Antonio: “Megghiu na figghia morta i na figghia disonorata”.