Coca Cola ennesima beffa per i rosarnesi

“Le recenti poco edificanti notizie relative alla revoca dei contratti da parte della Coca Cola nei confronti di alcune aziende rosarnesi, motivata dal presunto sfruttamento dei migranti nella raccolta delle arance poi utilizzate per la produzione della Fanta, costituiscono la prevedibile e triste conseguenza della criminalizzazione del territorio avallata e propugnata da parte di alcuni gruppi politici locali.

In merito alla vicenda riteniamo strane e del tutto fuori luogo le preoccupazioni espresse dal Sindaco Elisabetta Tripodi circa le drammatiche ripercussioni che ricadrebbero sul nostro territorio qualora venissero rese esecutive le determinazioni annunciate dalla multinazionale statunitense”. Lo si legge in un comunicato del PdL di Rosarno (RC). In cui si aggiunge che “in questo primo anno di amministrazione di centrosinistra (sarebbe più opportuno parlare di continua campagna elettorale di centrosinistra), il sindaco e la maggioranza che lo sostiene, non hanno fatto altro che pubblicizzare negativamente in ogni sede possibile la situazione della città post “fatti di Rosarno”, mostrando una distolta immagine dei cittadini rosarnesi tutti, ed in specie di quei piccoli proprietari terrieri in perenne difficoltà economica, additati ingiustamente a spietati aguzzini. Ci riferiamo in particolare all’ultimo servizio messo in onda da “The Ecologist” in cui il sindaco non ha fatto altro che sottolineare quanto di buono è stato realizzato in favore degli immigrati extracomunitari, tacendo invece sulla profonda crisi del comparto agrumicolo e sulle possibili soluzioni per arginarla”.

“Il disagio che intendiamo manifestare è quello di una moltitudine di persone – concludono i pidiellini – che ci hanno indotto a essere da stimolo verso l’amministrazione affinchè possa interessarsi del fenomeno agricoltura a 360 gradi e non solamente nell’ottica dell’accoglienza dei migranti, che peraltro non potrà mai assurgere a sentimento di condivisione fintantoché non saranno assicurate le condizioni volte a risollevare l’intero settore.

Una tale prospettiva consentirebbe il miglioramento delle condizioni di vita di tutti, migranti compresi, perché produrrebbe il salutare effetto di finalmente realizzare le condizioni di una vera integrazione tra popoli di culture e tradizioni nettamente diverse tra loro”.