Il lancio della ruzzola approda nelle aule della Procura

Si fa ancora più duro lo scontro tra il titolare di “Mobili 2emme arredo”, Michele Maccarone e il sindaco Nicola Brosio. L’imprenditore infatti ha deciso di querelarlo responsabile, secondo quanto dichiarato nella denunzia fatta negli uffici del Comando della locale stazione dei Carabinieri, per una presunta ingiuria rivolta in una trasmissione che si è svolta in una nota rete locale il 10 febbraio scorso. Un faccia a faccia che è degenerato con l’abbandono degli studi dello stesso imprenditore, con sul tappeto un’ordinanza che l’amministrazione comunale ha concesso per permettere il fine settimana agli appassionati del gioco del formaggio, il lancio della ruzzola su alcune strade periferiche del centro abitato, chiudendo di fatto la possibilità ai clienti di poter raggiungere il negozio. Tale decisione, ha lamentato il mobiliere, lo ha gravemente danneggiato nella sua attività e ha ingaggiato una autentica sfida che si è tradotta ora nelle aule del tribunale. Infatti ha esposto querela nei confronti del sindaco per gravi offese. Da quanto è riportato sulla denuncia, riferisce il Maccarone che il sindaco Nicola Brosio lo avrebbe apostrofato come “pseudo malandrino mafioso”. In seguito a tale affermazione lo stesso imprenditore, nel corso dell’acceso dibattito, per l’offesa ricevuta “oltre che nella persona, anche nella dignità di uomo e di stimato operoso cittadino di San Calogero, si alzava per abbandonare lo studio avvertendo il sindaco Brosio che si sarebbe riservato di adire al competente giudice per tale siffatta grave affermazione e che si vergognava di essere cittadino sancalogerese, e che avrebbe, il sottoscritto, meditato di far trasferire altrove la propria residenza anagrafica. A questo mio sfogo, lo stesso ha replicato ulteriormente che “era ora”, nonostante il sindaco mi avesse gravemente offeso.” Oggi stesso, in mattinata, Maccarone ha chiesto un incontro con il prefetto di Vibo Valentia sulla questione. Egli è deciso a continuare la serrata di protesta contro l’ordinanza, dopo tre fine settimana di chiusura.

Intanto gli animatori dell’associazione sportiva del lancio della forma del formaggio, sono coinvolti in questo scontro in attesa dello storico appuntamento dei campionati nazionali che si svolgerà a San Calogero a marzo. Ma si ritrovano in un gioco spinoso in cui l’abilità del lancio della ruzzola è messa fuori gioco. In gioco per il momento il “caso” scoppiato che vede un indomito imprenditore abile quanto mai a giocare su un terreno a lui amico, quello della risonanza mediatica e della tenacia, per riprendersi lo spazio della strada, che a suo dire, gli è stato privato attraverso un abuso che l’amministrazione comunale ha compiuto con l’ordinanza con la quale autorizza la chiusura, anche se parziale, del traffico e che, dalle denunce fatte in precedenza dal Maccarone, non solo penalizza la sua attività, ma mette in pericolo anche l’incolumità degli stessi residenti.             

Il “caso” del formaggio non è più solo un gioco. E il gioco si sta facendo “duro” così come doveva essere indurita (stagionata) la forma che veniva scagliata dai giocatori e che adesso è sostituita dalla ruzzola (costruita con il legno). Ma è un caso che sia diventato un “caso” (gergo locale con il quale si chiama il formaggio)? Il tradizionale gioco che a San Calogero resiste al tempo e ai tempi, è diventato oggetto di un agone non solo per gli appassionati. A scagliare la ruzzola su altre piste non più gli abituali contendenti, ma da una parte un mobiliere (titolare di del negozio 2Emme Arredo), Michele Maccarone e dall’altra il sindaco dell’amministrazione comunale Nicola Brosio. Insomma, il caso è diventato politico.  Il Maccarone accusa l’amministrazione comunale che ha emesso l’ordinanza di chiusura di alcune strade periferiche d’accesso nei fine settimana, per permettere ai giocatori di giocare indisturbati, di voler chiudere la sua attività e di mettere in pericolo la sicurezza di alcuni residenti e per protesta non ferma la sua serrata contro il provvedimento. Ad essere penalizzata – afferma Maccarone – non è solo la sua, ma anche altre attività commerciali che rischiano di fallire in questo periodo di forte crisi, perché di fatto si preclude l’accesso ai clienti.

Ultimo colpo di scena, l’invito al sindaco di dimettersi “per il bene di tutta la comunità”. Dopo il duro faccia a faccia dei due protagonisti, imprenditore e sindaco, che si è svolto nei giorni scorsi su una nota rete locale, condita il giorno dopo dalle dichiarazioni da parte del primo cittadino. Il sindaco Brosio infatti ha dichiarato, dopo essere stato interpellato in merito ad una possibile soluzione pacifica della controversia, di non voler recedere, chiarendo che l’eventuale revoca del provvedimento presuppone un intervento dell’ufficio tecnico e della polizia municipale, i quali non hanno sollevato nessun problema. A questo riguardo, Maccarone smentisce le affermazioni del sindaco affermando che “non ha ancora capito quali siano le sue funzioni e ignora o fa finta di ignorare tutte le segnalazioni in ordine alla vicenda dei vigili urbani da me chiamati e intervenuti più volte sul posto proprio per prendere atto della criticità della situazione”. E aggiunge che con il suo comportamento “sta mettendo l’amministrazione comunale nel ridicolo”; da qui l’invito al sindaco di dimettersi.