Scienza in lutto per la scomparsa di Renato Dulbecco

Premio Nobel per la medicina nel 1975. La notizia è stata confermata dal presidente del Cnr, Luigi Nicolais. Il grande biologo e genetista, nato a Catanzaro nel 1914 ma cittadino americano dal 1953, è deceduto nella notte a La Jolla in California dove lavorava presso l’istituto Salk due giorni prima di compiere 98 anni. “Le sue condizioni di salute erano ottime fino a sei mesi fa, poi ha avuto un malanno”, racconta Paolo Vezzoni, che dal 1987 collaborava con Dulbecco al Progetto genoma umano del Cnr.

A Dulbecco il Karolinska Institut assegnò il Nobel per la scoperta del meccanismo d’azione dei virus tumorali nelle cellule animali. Se oggi sappiamo che per combattere i tumori è aggredire il loro Dna il merito è proprio di Dulbecco, pioniere delle ricerche sulla genetica del cancro.

Nonostante la cittadinanza americana, i legami con l’Italia non si erano mai interrotti e ha proseguito nelle sue ricerche sulla mappa del Dna condotte presso l’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr a Milano. E nel 1999 accettò l’invito a condurre il Festival di Sanremo. La sua presenza fu fortemente voluta da Fabio Fazio e Dulbecco devolse il suo compenso a favore del rientro in Italia degli scienziati andati a studiare e lavorare all’estero. Un’iniziativa simbolica che ancora oggi prosegue nel Progetto carriere Dulbecco promosso da Telethon.

Dulbecco si iscrisse a 16 anni alla facoltà di medicina dell’università di Torino dove seguì i corsi dell’anatomista Giuseppe Levi insieme a Rita Levi Montalcini e Salvador Luria, altri due Nobel. A soli 20 anni si laureò. Durante la seconda guerra mondiale fu richiamato come ufficiale medico sul fronte francese e poi su quello russo. Con la caduta del fascismo, Dulbecco entra nella Resistenza e fa parte del Cln di Torino. Dopo la guerra, nel 1947 decise di trasferirsi negli Stati Uniti per raggiungere Luria, fuggito dall’Italia a causa delle leggi razziali di Mussolini. E sulla stessa nave incontrò la sua ex compagna di studi: Rita Levi Montalcini. Nel 1960 al California Institute of Technology osserva che i tumori sono indotti da una famiglia di virus che in seguito chiamerà “oncogeni”. E’ la scoperta che gli aprirà la strada del Nobel. Oltre al premio Nobel, Dulbecco venne insignito della laurea honoris causa in scienze dall’Università di Yale, inoltre era membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia nazionale delle scienze americana e membro della Royal Society inglese.