A30 km orari nei centri residenziali

Arriva la proposta di legge per “Salviamo i ciclisti”. 61 tra deputati e senatori di ogni parte politica, con l’esclusione della Lega Nord, firmano il progetto di legge chiesto dal popolo della rete. I punti salienti del documento, vedono l’inserimento del limite di 30 km/h nelle zone residenziali in cui non siano presenti piste ciclabili. Vale a dire, tradotto nella realtà italiana, praticamente ovunque nelle città del Belpaese, il meno provvisto di piste ciclabili d’Europa. E inoltre la destinazione della quota del 2% del budget delle società dei gestori stradali e autostradali per la realizzazione di piste ciclabili.

In 11 articoli si prevede una lunga serie di cambiamenti soprattutto a carico del traffico automobilistico, che vanno dall’obbligo per gli autoarticolati di dotarsi di strumenti tecnici a tutela della mobilità ciclistica ai test di guida che abbiamo obbligatoriamente corsi di formazione, atti a migliorare la sicurezza per quanti usufruiscono della mobilità ciclista. La partecipazione ai corsi diventa requisito obbligatorio per il conseguimento della patente di guida.

La futura legge ha come obiettivo di “favorire la cultura del rispetto delle regole della circolazione stradale, dando maggiore tutela a chi utilizza la mobilità ciclistica, nonchè ad incentivare esviluppare l’uso della mobilità ciclistica”, si legge all’art. 1.

Per questo, si legge in un altro articolo, il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture entro 90 giorni, dalla approvazione della presente legge, realizza, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello stato, un’indagine nazionale per determinare il numero di persone che utilizzano la mobilità ciclistica, le aree interessate dalla mobilità ciclistica, il numero totale di chilometri di piste ciclabili e la loro dislocazione nelle diverse aree del Paese, nonchè il numero dei ciclisti oggetto di incidenti. “Tale indagine deve avere cadenza annuale e deve essere illustrata, entro il 31 dicembre di ogni anno alle competenti Commissioni Parlamentari”.

Le altre novità, oltre a quelle citate, riguardano la possibilità e l’incentivazione, per i privati, di creare “piste ciclabili e superstrade ciclabili anche attraverso l’attività di gestione di noleggi biciclette nelle suddette aree”; il raddoppio di alcune sanzioni pecuniarie a carico degli automobilisti; l’istituzione di un commissario alla mobilità ciclistica; l’installazione di impiantistica e strumenti tecnici agli incroci pericolosi.

“E’ giunto il momento di riconoscere – si legge nella pdl-, ad ogni livello amministrativo e politico, la ciclabilità non solo come parte integrante della moderna mobilità quotidiana ma come soluzione efficace e a impatto zero per gli spostamenti cittadini personali su mezzo privato. Deve essere riconosciuto l’elevato valore sociale della mobilità ciclistica. Il suo sviluppo e la sua tutela, nel nostro Paese lungamente sottovalutati e anzi depressi dall’attenzione centrata sulla mobilità a motore gli attuali standard europei, già da anni a livelli altissimi e in Italia quasi inesistenti. La sicurezza delle persone che scelgono di spostarsi in bici deve essere considerata una priorità, da raggiungere soprattutto e in prima battuta attraverso la limitazione e la moderazione del traffico veicolare a motore. L’attenzione del legislatore alla sicurezza si deve concentrare su decise azioni di limitazione della velocità in ambito urbano”.

Lo sviluppo e la tutela della mobilità ciclistica in Italia, osserva ancora il preambolo al progetto di legge, sono stati “lungamente sottovalutati e anzi depressi dall’attenzione centrata sulla mobilità a motore, mentre gli attuali standard europei sono da anni a livelli altissimi e in Italia ancora quasi inesistenti”. Tutte le misure, si legge, sono “a costo zero per le casse dello Stato”.

”La larghissima adesione trasversale al mio disegno di legge ”Salva ciclisti” – scive Ferrante nella presentazione della proposta- mi fa sperare di vedere presto più biciclette e meno auto blu nel centro di Roma, ma anche se così non fosse mi auguro che si raggiunga rapidamente lo scopo principale dell’iniziativa, che è quello di intervenire per fermare il drammatico numero di incidenti, spesso mortali, del quale sono testimoni le strade delle nostre città”.