Quarto processo a Milano per Berlusconi

Si aprirà il 15 marzo il primo procedimento in cui l’ex Premier dovrà rispondere davanti ad un tribunale per rivelazione del segreto d’ufficio. E proprio lui, che da capo del Governo voleva una legge per mettere un freno alla pubblicazione delle intercettazioni, per un’intercettazione trafugata e pubblicata sul Giornale, il quotidiano di famiglia, quando era ancora top secret,  è finito alla sbarra. E ciò sebbene abbia assicurato di non averla mai ascoltata.

Questa volta, però, per via di una conversazione captata dagli investigatori, ai tempi delle inchieste sul risiko bancario, in cui Piero Fassino, in piena scalata alla Bnl, chiedeva a Giovanni Consorte, l’allora numero uno di Unipol: “Allora abbiamo una banca?”. Un dialogo che, ancora coperto da segreto istruttorio e copiato su una pen drive, secondo gli inquirenti Berlusconi avrebbe ascoltato per poi ringraziare, “assicurando gratitudine eterna”, chi alla vigilia di Natale del 2005 gli aveva portato ad Arcore quel “regalo” in vista dell'”approssimarsi delle elezioni politiche” del 2006, vinte però dal centrosinistra.

Una vicenda che stando a Maria Grazia Domanico, il gup che ha disposto il rinvio a giudizio in linea con la richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, dovrà essere valutata in dibattimento proprio per chiarire se il leader del Pdl abbia o meno dato il via libera alla pubblicazione di quel dialogo.