Suicidio nel carcere di Firenze

Si è impiccato alla grata della porta blindata della cella dove si trovava. L’episodio alle ore 23:20 di venerdì, quando il personale addetto del corpo di guardia della questura ha soccorso un cittadino marocchino di 27 anni. L’uomo, con numerosi precedenti, era stato arrestato nel pomeriggio per reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale al pronto soccorso dove era stato trasportato dal 118 in stato di ubriachezza.

Dopo essersi messo al collo una lunga striscia di tessuto ricavata dal margine della coperta in dotazione alla cella e averla legata alla grata della porta blindata, si è lasciato scivolare sul pavimento strangolandosi. Immediatamente è intervenuto anche il 118 che, dopo averne tentato a lungo la rianimazione, ne ha constatato il decesso per strangolamento. L’autorità giudiziaria ha disposto la rimozione della salma.

“Quanto accaduto è – se mai ve ne fosse stato bisogno – la chiara riprova di quanto” il decreto “svuota carceri” “sia assurdo ed inattuabile e di quanto, almeno la questura di Firenze, non sia in condizione di dare attuazione al provvedimento senza correre il rischio concreto che, episodi analoghi a quelli accaduti ieri sera, possano ripetersi”. Lo afferma in una nota il Siulp fiorentino.

Il Siulp ricorda che nei giorni scorsi “aveva già contestato la bontà del cosiddetto “decreto svuota carceri” del Ministro Severino, tacciandolo come un nuovo ed ennesimo slogan in materia di sicurezza, concertato e pensato “a tavolino” da burocrati ed amministratori che paiono essere sempre più lontani da quella che è la realtà del territorio”.