A Trieste e Gorizia benzina allo stesso prezzo della Slovenia

Per contrastare in Friuli Venezia Giulia il “turismo del carburante” è stata predisposta una mozione parlamentare per mantenere il prezzo del carburante goriziano e triestino equiparato a quello sloveno. La norma salva-benzinai è stata “confezionata”. Si tratta di una mozione bypartisan che vede attori parlamentari del PdL, del Pd e del Terzo Polo e che sarà discussa ora in Parlamento. Per presentarla è stato convocato un tavolo plenario alla Camera di commercio: presenti, oltre a tutte le categorie economiche e i sindacati, i parlamentari Maran, Pertoldi e Saro, i consiglieri regionali Valenti e Antonaz, il presidente della Provincia Gherghetta e il sindaco Romoli.

Oggi, la Regione trattiene dallo Stato il 30% delle accise (le tasse sulla benzina). Basterebbe aumentare questa fetta al 38% per consentire all’ente guidato da Renzo Tondo di aumentare il famoso sconto sulla benzina, arrivando all’agognata equiparazione con il prezzo praticato in Slovenia. Ma perché sarebbe auspicabile introdurre un automatismo? Perché la proposta si basa su dati strettamente attuali, contingenti. E se dovessero ancora divaricarsi i prezzi fra Italia e Slovenia, con quest’ultima ancor più economica?

Oggi, ogni cittadino paga su un litro di benzina 1,1 euro fra accise e Iva: tutti soldi che finiscono nelle casse dello Stato. Per il gasolio, la cifra si riduce a 89 centesimi. È stato calcolato che nel 2012, l’Italia rischia di perdere fra i 230 e i 240 (!) milioni di euro a causa dell’esodo in Slovenia. Soldi che, naturalmente, incasserà lo Stato vicino e non il nostro. Se si aggiunge poi anche il vulnus della Lombardia e del Piemonte (gravate dall’esodo in Svizzera), lo Stato italiano rischia di lasciarsi sfuggire, perché “espatriati”, qualcosa come 500 milioni di euro all’anno. “Ecco perchè il problema non riguarda solamente Gorizia e i benzinai – ha fatto notare il sindaco Romoli – ma riguarda lo Stato stesso, che viene danneggiato. Se questo i tecnici del Governo non lo capiscono, arridatecechi c’era prima”. E la mozione va proprio in questa direzione e consentirebbe di recuperare soldi oggi in libera uscita. “Permettere alla Regione di trattenere il 38% delle accise, costerebbe allo Stato 31/35 milioni di euro in un anno. E ciò a fronte di un incasso potenziale di 250. Insomma, il Governo ci guadagna”, la sottolineatura di Saro, Maran e Pertoldi.

L’incontro è stato importante anche perché ha sancito un’unità d’intenti senza precedenti, con le diverse forze politiche che remano tutte nella stessa direzione. Nel corso della riunione hanno dato il loro contributo, tra gli altri, Emilio Sgarlata (il padrone di casa), il presidente di Unionecamere Friuli Venezia Giulia Giovanni Da Pozzo, i consiglieri regionali Gaetano Valenti e Roberto Antonaz, oltre a Pio Traini (Figisc) e Adriano Ruchini.