Sicilia ancora paralizzata e la benzina vola a 3 euro

La protesta contro il caro carburanti si allarga a macchia d’olio. Non solo nella Trinacria. Sono ventisei i blocchi stradali ancora attivi in sette province siciliane. Ogni presidio ha un proprio responsabile che coordina il blocco e decide chi deve superarlo. Sciopero della fame di uno dei leader del movimento dei forconi, Martino Morsello, dopo le dichiarazioni del presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che ha denunciato infiltrazioni mafiose tra i manifestanti.

Autotrasportatori, agricoltori, pescatori, con presidi in punti nevralgici di varie province, continuano a bloccare il passaggio di tir e camion. I benzinai sono chiusi nelle grandi città perché non sono stati riforniti di carburante, le derrate nei supermercati scarseggiano, l’acqua minerale è quasi introvabile. A Palermo ma anche a Catania, Agrigento e Messina sono poche le auto in circolazione.

Sono saliti a 160 i camion fermi agli imbarcaderi di Villa San Giovanni che sono impossibilitati a traghettare per lo sciopero in atto in Sicilia. Un presidio è in atto anche a Crotone, in località Passovecchio sulla statale 106 all’ingresso della città, dove sono presenti alcune decine di persone su un lato della carreggiata.

E come aveva previsto il Codacons qualche giorno fa, il rischio speculazione è molto alto. Nell’autostrada Catania-Messina, infatti, alcuni automobilisti hanno denunciato la vendita di benzina a tre euro al litro.

Al fianco di autotrasportatori, pescatori e agricoltori, sono scesi anche gli “Studenti siciliani in lotta”, un Coordinamento spontaneo e apartitico che appoggia la protesta dei lavoratori di vari comparti produttivi. Non è esclusa l’occupazione delle scuole a partire da lunedì.