Morire a 18 anni dopo un parto, accade in Calabria ennesima vittima Rita Spina

Risvegliarsi senza la propria figlia poco più che diciottenne. Sapere che un nipotino non conoscerà mai la propria madre. Sentire il suo pianto e pensare a chi non c’è più. E’ la tristezza e la morte dentro che ti avvolge. Una tristezza che coinvolge non solo i familiari ma anche una intera città e regione indignata di fronte l’ennesima morte “senza perché” solo per il peccato d’origine di nascere e vivere in Calabria, una terra dove si muore di sanità.

L’ennesima assurda morte porta il nome di Jessica Rita Spina, appena diventata mamma e poi spirata all’ospedale di Crotone. Ha avuto l’opportunità di tenere tra le proprie braccia il figlioletto per pochi minuti, l’unico e l’ultimo momento insieme. La rabbia è rappresentata anche da una classe politica che in ogni caso continua a rivelarsi impotente e per dirla tutta complice di queste morti.

”Evitare casi simili di presunta malasanità nelle strutture ospedalieri calabresi, assicurare, che la gravissima situazione di squilibrio economico-finanziario in cui versa la sanità calabrese non comporti un mancato mantenimento dei livelli essenziali di assistenza e conseguenti rischi per la salute e la vita dei cittadini calabresi, intervenire affinché l’avvenuto declassamento dell’ospedale di Crotone, ad opera della Giunta regionale calabrese, non comprometta l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza sul territorio e la tutela della salute dei cittadini crotonesi”. E’ quanto chiedono, con una interrogazione al Ministro della Salute, con risposta in Commissione, i deputati del Partito democratico Nicodemo Oliverio e Franco Laratta, dopo la morte della 18enne Rita Spina che era stata sottoposta a un parto cesareo.

”I casi di malasanità in Calabria si susseguono ormai da anni con una tale frequenza – commentano amareggiati i due parlamentari – che ormai, tranne in casi eclatanti, comunque ancora da accertare, non assurgono neanche a notizia da riportare sui mezzi di comunicazione”.