Duplice omicidio a Grumo morti Giuseppe Paolantonio e Francesco Novelli

La morte torna a correre inesorabile in Puglia. A finire sotto i colpi dei sicari due uomini, Giuseppe Paolantonio, 25 anni, nato a Bitetto e residente a Grumo e Francesco Novelli, 38 anni, nato a Bari e anche lui da diversi anni residente nello stesso centro. Entrambi pregiudicati. Sono stati uccisi a un centinaio di metri da Palazzo di città e dal comando dei vigili urbani. Un agguato di mafia, forse per una vendetta, e comunque collegata al mondo della droga.

I killer sono arrivati a bordo di un’Alfa coupé verde chiaro metallizzato, rapinata stamattina stessa a Molfetta. Uno dei sicari è rimasto al volante, l’altro è uscito, si è avvicinato ai due uomini con un revolver calibro nove e ha fatto fuoco nove volte puntando al petto e alla testa delle due vittime. La fuga, secondo i primi riscontri, non è stata agevole perché il conducente di una Fiat Brava che precedeva l’auto dei killer al rumore degli spari ha abbandonato l’auto fuggendo all’impazzata.

Chi ha materialmente premuto il grilletto ha dovuto spostare l’auto per consentire al complice di fuggire. Gli inquirenti sperano che nell’operazione possa avere lasciato tracce. All’agguato ha assistito anche un altro testimone che è stato a lungo ascoltato nella caserma dei carabinieri. Paolantonio è morto sul colpo, Novelli respirava ancora quando sono arrivati i soccorritori del 118. Le manovre di rianimazione tentate sul posto, tuttavia non hanno avuto successo. Novelli era un sorvegliato speciale, era ai domiciliari fino a un mese fa. Ma è su Paolantonio che per il momento si concentrano le attenzioni del pm di turno Chiara Giordano e del pm antimafia Francesco Cavone che coordinano i carabinieri guidati dal comandante provinciale Aldo Iacovelli e dal dirigente del reparto Francesco Rizzo. Anni fa Paolantonio fu accusato di avere gambizzato durante una lite Vincenzo Lella, ventenne di Grumo Appula, con quattro colpi di fucile in piazza Libertà, nel centro della cittadina. Lella a marzo scorso è stato trovato morto, freddato da una raffica di proiettili che gli ha perforato spalle, nuca e gamba destra mentre tentava di sfuggire ai killer. Il corpo era riverso su un sentiero che porta sul fondo di una cava abbandonata a Bitonto. I killer, che Lella forse conosceva e di cui si fidava, gli avevano dato appuntamento e teso l’agguato. L’omicidio plateale di oggi pomeriggio in piazza potrebbe essere una risposta dei clan rivali a quel delitto. Questa è una delle ipotesi su cui gli inquirenti stanno lavorando. Le due vittime erano considerate organiche al clan Zonno che controlla il traffico di sostanze stupefacenti nell’area murgiana.