Ripartono le ricerche sul Concordia ma la speranza di trovare persone vive è quasi nulla

Mentre i soccorritori, dopo essersi fermati, hanno ripreso a cercare sfidando il maltempo, prende sempre più corpo l’ipotesi che il nuovo Titanic sia frutto di un errore umano, addirittura una bravata. E’ questa la posizione sul naufragio davanti all’isola del Giglio della Costa Crociere, che prende le distanze dal comandante, Francesco Schettino, la cui posizione si aggrava di ora in ora. E’ stato sottoposto a fermo, con l’accusa di omicidio colposo plurimo, disastro e abbandono della nave.

Inoltre le cifre sono ancora incerte e confuse. Il giornale tedesco Bild non esclude che a bordo vi fossero anche turisti tedeschi e il ministero degli esteri, secondo media locali, parla di almeno dieci dispersi di nazionalità tedesca. “Siamo di fronte a una tragedia di proporzioni importanti”, ha detto il presidente e amministratore delegato di Costa Crociere Pierluigi Foschi in conferenza stampa. “Costa Crociere darà assistenza legale al comandante Schettino. Ma l’azienda ha il dovere anche di tutelare i suoi 24 mila dipendenti. Non possiamo negare un errore umano”, ha spiegato. E ancora: “Le procedure che sono state adottate non hanno rispettato le rigide disposizioni documentate e di addestramento”. La posizione di Schettino si va aggravando. E’ stato fermato con l’accusa di omicidio colposo plurimo, disastro e abbandono della nave, e domani sarà sentito dal gip nell’udienza di convalida. In cella è sottoposto a “grande sorveglianza a vista” ed è assistito da uno psicologo. La Procura ha motivato il provvedimento di fermo dicendo di temere che potesse darsi alla fuga, anche all’estero. Sulle sue responsabilità il Procuratore Capo di Grosseto Francesco Verusio ha ribadito la colpevolezza del Comandante. “Finora – ha detto – sono stati ascoltati centinaia di testimoni, tra membri dell’equipaggio, turisti a bordo e soccorritori. E si sta verificando anche la catena di comando, per capire se oltre a quella del comandante ci siano altre responsabilità nell’incidente. Si è trattato, comunque, di una manovra “spregiudicata, azzardata e inescusabile”. Fra le persone interrogate c’è anche l’ammiraglio Mario Palombo. Secondo alcune ricostruzioni il comandante della Costa Concordia si sarebbe avvicinato eccessivamente alla costa, provocando così il naufragio, per salutare con luci accese e con il suono della sirena proprio Palombo. L’uomo abitualmente vive all’Isola del Giglio ma quella sera si sarebbe trovato a Grosseto. Secondo la ricostruzione di alcuni testimoni, il Comandante avrebbe fatto avvicinare la nave alle coste dell’Isola per una specie di “gioco” o bravata nei confronti di un maitre di bordo, il gigliese Antonello Tievoli. Schettino avrebbe chiamato sul ponte di comando Tievoli dicendogli: “Antonello vieni a vedere, c’è la tua isola, stiamo sopra al tuo Giglio”.

Quello che più si temeva, a causa del tempo peggiorato, si sta verificando. la Concordia ha cominciato a muoversi dalla posizione in cui si era incagliata. Il coordinamento dei soccorsi ha dovuto sospendere a lungo le ricerche, evacuando i sub di vigili del fuoco e capitanerie. Al momento la nave si è spostata di 9 centimetri sulla verticale e 1,5 in orizzontale. Solo nel pomeriggio le operazioni di ricerca a bordo sono potute riprendere, ma saranno sospese nuovamente al sopraggiungere della notte.

Gli elicotteri che hanno sorvolato la zona del naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio hanno segnalato qualche chiazza di combustibile attorno alla nave. Si tratta di  combustibile “leggero” attribuibile a diesel o ad acque reflue di sentina, in grado di evaporare. La zona dove è avvenuta la tragedia è ricchissima di tesori paesaggistici e naturalistici e,dopo il naufragio, si teme un disastro ambientale. Le isole toscane ospitano un concentrato di aree naturalistiche dal valore inestimabile, senza contare il santuario internazionale dei cetacei. Per evitare un disastro ambientale è necessario svuotare le circa 2.400 tonnellate di carburante. Un’operazione che, calcolano i tecnici, può durare non meno di due settimane. Al momento non c’è alcun pericolo di fuoriuscita del carburante perché la nave è incagliata in un tratto relativamente basso di mare, a 150 metri dalla riva. Si regge su tre spuntoni di roccia. Se questo appoggio dovesse venire meno, la Costa Concordia cadrebbe di fatto verso il mare più profondo.