La società invecchia ma cresce anche il conflitto generazionale: attenzione!

Età media in aumento, nascite n calo; gli anziani dilagano. Gli ultimi decenni hanno portato a molti un regalo inatteso; il lusso di invecchiare. Per i prossimi anni i nostri genitori si aspetteranno pensioni decenti con cui vivere, meglio sopravvivere. Mentre il numero degli anziani crescerà rapidamente, quello delle persone che lavorano rimarrà più o meno lo stesso, per cui la popolazione attiva dovrà sopportare un fardello molto più pesante. Si e parlato di incentivo delle nascite e di maggiore immigrazione: pratica impossibile. Decurtare le già precarie pensioni: pratica impopolare ma già realizzata.

E allora? Niente, perché l’invecchiamento della popolazione oltre che la questione economica, implica una serie di ricadute sociali e politiche sulla società tutta. Infatti, un numero sempre maggiore di anziani vitali, lucidi e ricchi di esperienza comincerà ad assumere un peso politico maggiore. Le soluzioni al problema, che si sarebbero dovute cercare già da tempo, non sono semplici. Apparentemente, l’innalzamento dell’età pensionabile sembrerebbe il sistema ideale per far fronte al soprannumero di anziani. Se le persone vivono più a lungo, dovrebbero anche adattarsi a lavorare per più tempo, contribuendo, così, a sostenere il costo di questa loro buona fortuna. Ma, oltre a non lasciare, in tal modo, spazio alle giovani generazioni, il fatto di erogare le pensioni più tardi non significa necessariamente far lavorare più a lungo le persone.

Insomma ne vien fuori una sorta di dualismo generazionale. È essenziale, perciò, agire in modo di non dar luogo ad un conflitto fra generazioni, ma rendersi conto che solo mantenendo saldo il patto generazionale, si potrà salvare questa società da un imbarbarimento e dallo squallore di una guerra tra padri e figli.