I pensionati Salvatore De Salvo e Antonia Azzolini si suicidano a Bari, questa è l’Italia del Prof. Monti

Nessun commento. Basta la nuda e cruda cronaca che dovrebbe far riflettere sia classe politica che si è lavata le mani, sia chi oggi è Premier e, seppur indirettamente, ha sulla propria coscienza i suicidi che si ripetono per colpa di una politica sbagliata che, per risanare banche e casta, “istiga” la povera gente, costrette alla “fame” a togliersi la vita. E’ successo ancora al Sud. Salvatore De Salvo e Antonia Azzolini, si sono tolti la vita a Bari.

L’uomo, 64 anni, è stato trovato sul litorale barese ieri mattina; la donna, 69 anni, nella camera di un albergo poco distante dove i due coniugi avevano passato la notte precedente alla loro morte. In un primo momento gli investigatori avevano ritenuto che l’uomo avesse ucciso al donna e si fosse suicidato. Gli investigatori poi hanno approfondito il caso e riscontrato un doppio suicidio. Dagli appunti ritrovati si evincerebbe, secondo fonti investigative, il disagio che la coppia viveva negli ultimi anni a causa delle difficoltà economiche. Particolari sui quali gli investigatori mantengono il massimo riserbo, in attesa che siano le autopsie a chiarire le cause dei decessi. I due coniugi vivevano insieme in una residenza assistita che ospita anziani in difficoltà. L’uomo, ex commerciante di tessuti, aveva perso il lavoro alcuni anni fa e, anche per la sua età, non era più riuscito a inserirsi nel mercato del lavoro. La donna percepiva una modestissima pensione: qualche centinaio di euro al mese che dovevano servire alle necessità di entrambi.

Poco più di una settimana fa, un altro anziano si uccise a Bari per questioni economiche. Un uomo di 74 anni si tolse la vita dopo aver ricevuto dall’Inps la richiesta di restituire parte dei soldi della pensione percepiti negli ultimi anni. L’uomo aveva lavorato come operaio prima in Germania, poi in Olanda e infine a Bari, dov’era nato. L’anziano percepiva una pensione sociale di 450 euro e un’altra, per gli anni trascorsi all’estero, di 250 euro. L’Inps gli aveva comunicato di avergli indebitamente corrisposto 5.000 euro, denaro che avrebbe dovuto restituire con rate di 50 euro al mese.