A caccia degli assassini marocchini dei cinesi Zhou Zeng e Joy

Si conoscono i nomi ed i volti degli assassini dei due cinesi uccisi a Roma. Uno è ferito. Ha un taglio alla mano sinistra che ha cercato di tamponare con una benda di fortuna. È uno dei due assassini di Zhou Zeng e della figlia Joy: un marocchino di 30 anni, con precedenti per rapina, ricettazione e per violazione delle leggi sull’immigrazione; tempo fa gli era stato notificato un decreto di espulsione. I carabinieri gli danno la caccia da cinque giorni. E lo stesso fanno con il complice, più giovane, anch’egli marocchino, forse con precedenti. Le immagini della videosorveglianza di una banca al Prenestino, dove la coppia ha abbandonato lo scooter Sh 300 usato per il duplice omicidio, ha ripreso uno degli assassini in modo abbastanza chiaro. E quella ferita, insieme con altri pesanti indizi già raccolti dagli investigatori, potrebbe incastrarlo.

Il nordafricano sarebbe rimasto ferito proprio durante l’aggressione a Zeng e alla moglie Liyan Zheng, davanti alla loro abitazione a Torpignattara. Non è chiaro se nella colluttazione con il commerciante per strappargli il borsello con 16 mila euro (poi ritrovato a Casal Bertone vicino a un casolare dove sembra vivessero proprio i due marocchini con altri extracomunitari), quindi prima di sparare, o con la moglie. Potrebbe essere stato colpito proprio da Liyan, aggredita da uno dei banditi con un bastone sul quale era stato applicato un gancio metallico usato per strapparle la borsetta, a sua volta rimasta ferita a un braccio.

La giovane, secondo la ricostruzione degli investigatori dell’Arma, è corsa dietro al rapinatore e l’ha placcato per alcuni istanti, sporcando probabilmente con il suo sangue la maglietta nera, taglia “M”, con la targhetta “Made in China”, ritrovata dai carabinieri accanto al borsello con i soldi. Da quel momento in poi, erano le ore 22:00 di mercoledì scorso, i marocchini sono scomparsi, lasciando però dietro di sé una serie di tracce, soprattutto biologiche. Ora però ci sono i loro due volti. E i loro nomi. Per trovare i fuggiaschi gli investigatori setacciano la zona est della Capitale, ma controllano anche le immagini delle telecamere delle stazioni Termini e Tiburtina nell’ipotesi che i killer abbiano già lasciato Roma: non si esclude infatti che gli extracomunitari siano già all’estero. Anche l’Interpol è stata interessata. In una frenetica lotta contro il tempo, e con il massimo riserbo per non compromettere le indagini, i carabinieri non tralasciano alcun particolare. Compresa la pista delle complicità che potrebbero aver consentito ai killer di nascondersi almeno fino a oggi e quella delle reali motivazioni dell’aggressione finita male: non solo una rapina, ma una sorta di azione da “recupero crediti” nel mondo dei money transfer.