Il 2012 inizia nelle carceri con due morti e due tentativi di suicidi

Si riprende dalla fine negli istituti di pena italiani: morti e ancora morti. Un sistema giudiziario ed ancor più detentivo non funzionati sono alla base di un vero e proprio bollettino di guerra. Un detenuto si è tolto la vita impiccandosi alle Vallette a Torino. Un secondo è morto nella prigione di Trani per cause ancora da accertare. E ci sono stati anche due tentativo di suicidio a Vasto e Vigevano. Secondo i dati dei sindacati di polizia penitenziaria, nel 2011 sono 66 i prigionieri che si sono uccisi.

“La polizia penitenziaria – commenta Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp – è sempre più sola nel fronteggiare questo tipo di emergenze e, purtroppo, sempre meno in grado di risolverle. Avremmo voluto che per il 2012 il Governo avesse varato misure veramente risolutive, e non i palliativi che lasciano le cose come stanno. Comprese le morti nelle carceri”. C. A., un romeno di 37 anni in attesa di giudizio, si è impiccato con un lenzuolo nella sua cella nel carcere delle Vallette un paio d’ore prima della mezzanotte. A Trani, durante un giro di ispezione, gli agenti della polizia penitenziaria hanno trovato cadavere Gregorio Durante di Lecce, 34 anni, detenuto per reati contro la persona e il patrimonio. I genitori dell’uomo, secondo i quali il figlio non era in condizioni fisiche tali da poter sopportare il regime carcerario, chiedono che si faccia chiarezza sulle circostanze della morte. “Nel carcere di Trani – sottolinea il vice segretario generale nazionale dell’Osapp, Domenico Mastrulli – ci sono circa 400 detenuti uomini e 39 donne contro una capienza regolamentare di 233 posti letto”.

Dopo la denuncia presentata dai familiari, la Procura della Repubblica locale ha aperto un’inchiesta sulla morte di Durante. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo a carico di sconosciuti. I parenti del recluso da tempo avevano chiesto la scarcerazione dell’uomo per incompatibilità con il regime carcerario, in seguito ai postumi di encefalite virale che l’aveva colpito in passato. Le condizioni di salute dell’uomo, secondo i familiari, sarebbero ulteriormente peggiorate per una punizione che gli è stata inflitta negli ultimi tempi dalla polizia penitenziaria. Il detenuto era stato costretto a rimanere tre giorni in isolamento diurno – affermano i familiari – perchè era stato accusato di aver “simulato una malattia”.

Il segretario generale della Uil penitenziari, Eugenio Sarno, ha riferito che nel carcere di Vigevano, intorno alla mezzanotte, un detenuto trentasettenne di nazionalità italiana ha tentato di “impiccarsi con una striscia di stoffa ricavata dalle lenzuola” e “fortunatamente l’agente di sorveglianza si è accorto di quanto stava capitando ed è intervenuto per liberarlo”, salvandogli la vita.

Un altro tentato suicidio è avvenuto nel carcere di Vasto, in provincia di Chieti. Un cittadino tunisino ha tentato di togliersi la vita con una lametta da barba procurandosi delle ferite al polso sinistro. Sono stati gli agenti della polizia penitenziaria in servizio nel reparto ad accorgersi del tentativo. Il detenuto, di 25 anni, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Pio da Pietrelcina. Dopo qualche ora è stato riportato in carcere.