Roberto Straccia sembra sparito nel nulla

Giovedì si sono presentati due testimoni dagli inquirenti dopo l’appello e il video diffusi dai carabinieri ma hanno detto di non aver notato il giovane anche perché stavano parlando tra di loro. Dello studente di 24 anni originario di Moresco in provincia di Fermo e prossimo alla laurea in lingue, continuano a non esservi tracce dal 14 dicembre scorso.

Negativi anche gli esami compiuti dai Ris sugli scaldacollo, come ha confermato il colonnello Giovanni Di Niso, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Pescara. I risultati delle analisi sono sul suo tavolo ma non hanno dato l’esito che molti attendevano. Non appartengono a Roberto né lo scaldacollo trovato in via Muzii né quello trovato presso lo stabilimento La Lucciola, del quale erano stati riconosciuti da alcuni amici dello studente la marca e il modello.

Rispunta l’ipotesi del sequestro di persona. Il sostituto procuratore Giuseppe Bellelli, ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di sequestro di persona. All’origine dell’iniziativa della Procura di Pescara, come si sostiene nell’articolo, ci sarebbero alcune dichiarazioni di Mario Straccia, il padre di Roberto, che nel lanciare un appello in tv “si è rivolto al figlio, e non ai possibili rapitori come si fa di solito: “Scappa, vattene, fregali, dì che non hai visto niente”. L’inchiesta della Procura, in particolare, tenderebbe a verificare se la famiglia Straccia abbia avuto contrasti con qualcuno in passato per ragioni economiche o se per caso lo studente abbia visto qualcosa di grave a cui non doveva assistere. Sembra un atto dovuto da parte dei magistrati, proprio per non lasciare intentata alcuna strada e partendo proprio dalle dichiarazioni del padre. Lo stesso Mario Straccia ha però confessato di non avere elementi concreti per sostenere questa tesi.