L’inferno del carcere minorile di Bologna

Una situazione gravissima scoperchiata dalla Procura dei Minori e poi dalla Procura della Repubblica dentro le celle del carcere minorile del Pratello. Una situazione segnalata al neo Ministro della Giustizia Paola Severino, che ha mandato gli ispettori agli inizi di dicembre e ha deciso a tambur battente di azzerare i vertici della giustizia minorile di Bologna: trasferiti d’urgenza il direttore del carcere Lorenzo Roccaro (che aveva sostituito solo da pochissimi mesi la direttrice Paola Ziccone), il direttore del Centro giustizia minorile Giuseppe Centomani e il comandante della polizia penitenziaria Aurelio Morgillo.

Una decisione così drastica e rapida giustificata dalla gravità delle situazioni scoperte nell’inchiesta della Procura dei Minori diretta dal procuratore Ugo Pastore e affidata ai carabinieri della stazione di Porta Lame, che hanno anche sequestrato cartelle cliniche interne.

L’episodio sicuramente più grave avvenuto dentro il carcere minorile è accaduto ai primi di settembre ed è arrivato sul tavolo del procuratore Pastore per vie indirette e non in seguito ad una formale denuncia del personale del carcere. Secondo quanto è stato accertato, ai primi di settembre, in una cella del Pratello due minorenni hanno violentato un altro ospite della struttura. Un gravissimo episodio che, quando è arrivato all’attenzione della Procura, ha determinato l’immediato trasferimento sia dei due presunti violentatori sia della vittima e di alcuni testimoni.

Ma la situazione di malessere dentro il carcere durava da tempo, secondo l’indagine dei carabinieri. La Procura già prima di settembre era venuta a sapere che alcuni episodi di liti violente tra ragazzi ospiti della struttura non erano mai stati segnalati come di dovere alle autorità competenti per le indagini del caso. Si tratta di decine di episodi perché le indagini sono andate indietro di due anni. Decine di episodi rimasti sconosciuti in cui sono implicati minorenni con altri minorenni ma che in alcuni casi hanno riguardato anche personale di sorveglianza, quantomeno per le mancate denunce all’autorità giudiziaria.