Svuotate le carceri italiane si va verso l’amnistia

Tra i primi effetti del pacchetto, l’uscita progressiva dal carcere di circa 3.300 detenuti, attraverso il decreto che alzerà fino a 18 mesi la pena residua che si può scontare ai domiciliari. Inoltre sancisce l’uscita dal circuito carcerario per gli arrestati in flagranza di reato, e in generale di quanti alimentano il fenomeno delle cosiddette porte girevoli, entrando in carcere per la sola immatricolazione per poi essere scarcerati o inviati ai domiciliari. In questo caso il beneficio sarebbe di circa 21 mila detenuti di passaggio in meno ogni anno negli istituti detentivi italiani.

Il Ministro Severino ha annunciato un aumento dello stanziamento per la Giustizia di circa 56 milioni di euro. “Testimonia l’attenzione del Governo per i problemi dell’edilizia carceraria – ha detto il ministro – e io stessa darò conto di ogni euro dello stanziamento che ci è stato affidato”. Severino è poi entrata nel merito delle nuove misure adottate. “Ci sono 21 mila detenuti che entrano ed escono dal carcere nel giro di tre giorni – ha detto -. Abbiamo pensato a una soluzione limitata a reati che hanno una contenuta offensività e che destano un relativo allarme sociale. Nel giro di 48 ore questi detenuti andranno davanti al giudice e al pm, che potranno decidere se disporre i domiciliari, la libertà o la detenzione in carcere. Oggi il periodo è il doppio, in carcere si può trascorrere fino a 96 ore. E comunque con il nuovo provvedimento non si dovrà transitare per il carcere per quel breve lasso di tempo”.

Per i reati con una pena massima fino a 4 anni sarà possibile a discrezione del giudice applicare la condanna alla “reclusione detentiva ai domiciliari”. Paola Severino ha anche spiegato in cosa consista la “Carta dei diritti del detenuto” che indica “ciò che può fare e ciò che non può fare”.

“Non ho mai escluso che l’amnistia e l’indulto possano essere mezzi che contribuiscano allo svuotamento delle carceri, però non si tratta di un provvedimento di matrice governativa. Sarà il parlamento a decidere e se lo farà, con la maggioranza qualificata che serve, io non lo contrasterò”. Ha aggiunto il Ministro, che poi ha spiegato meglio il suo pensiero. “Per parte mia ho cercato di fare quel che potevo e dovevo, nessuno ha la bacchetta magica, nessuno ha la ricetta per risolvere con un singolo intervento il sovraffollamento nelle carceri, ci vuole un insieme di misure”.