Maxi retata nella piana di Gioia Tauro i nomi degli arrestati

Le Forze dell’Ordine hanno messo a segno un duro colpo alla criminalità organizzata della provincia reggina con il fermo di 21 indagati di appartenenza alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale operante in San Martino di Taurianova (RC) e zone limitrofe. Nel medesimo contesto operativo sono state eseguite 5 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Palmi a carico di altrettanti indagati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Individuato un sodalizio dedito allo spaccio di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente ed accertata l’esistenza e l’operatività di una cosca della ‘ndrangheta, dedita anche all’usura ed alle estorsioni nei confronti di imprenditori ed operatori commerciali locali.

Le investigazioni hanno dimostrato che lo schema organizzativo vigente nell’associazione criminale ripete nei suoi capisaldi strutturali la genealogia della famiglia Maio, cui sono aggiunti altri soggetti estranei allo stretto nucleo familiare. Si è dimostrato, pertanto, che: Michele Maio riveste il ruolo di Capo Società; Giuseppe Panuccio riveste quello di Capo ‘ndrina; Gaetano Merlino ha la carica di Capo Crimine; Natale Feo ha la carica di contabile. Michele Maio, Gaetano Merlino e Giuseppe Panuccio costituiscono la “Copiata” di San Martino ovvero il triumvirato posto a capo della “Società”.

È stato accertato, anche, che fanno certamente parte della cosca Pasquale Hanoman, Michele Hanoman, Francesco Hanoman cl. ‘90, Francesco Hanoman cl. ‘85, Carmelo Hanoman cl. ‘90, Pasquale Maio cl. 77, Antonino Maio, Domenico Maio cl. 92, Francesco Giuseppe Maio, Stefano Nava, Vincenzo Lamanna, Vincenzo Messina, Domenico Cianci, Pasquale Garreffa.

Il quadro emerso dalla complessa attività investigativa evidenzia che la cosca Maio è un’organizzazione criminale che, avvalendosi della forza di intimidazione e della conseguente condizione di assoggettamento, si dedica principalmente all’attività di usura e alla commissione di reati (estorsioni, danneggiamenti, atti intimidatori in genere) per conseguire illeciti profitti.

Nelle numerose conversazioni intercettate, infatti, sono stati acquisiti importanti indicazioni relativi alle vittime, ai soggetti partecipi alle operazioni di illecito finanziamento, al capitale finanziato ed agli interessi maturati (nell’ordine dell’80%). Gli episodi di usura accertati nella presente indagine sono stati 5 e sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi finalizzati alla compiuta identificazione delle vittime.

L’attività di indagine ha consentito di accertare anche che la cosca di San Martino di Taurianova trae i suoi illeciti guadagni, oltre che dall’attività di usura, anche dalle estorsioni, conseguendo denaro ed altre utilità economiche con minaccia e violenza, imponendo versamento di somme o la consegna di parte del materiale prodotto a commercianti, imprenditori e proprietari terrieri.

Numerose sono infatti le conversazioni in cui si parla di “percentuali” sulle attività economiche svolte dai privati ed esplicitamente di riscossione di somme non dovute, con l’utilizzo di termini quali “busta”.

Le emergenze investigative hanno permesso di sottolineare un vero e proprio sistema estorsivo legato ad un forte clima di intimidazione gravante sui cittadini dimoranti o che si trovano, per qualunque motivo, ad operare nel territorio di San Martino di Taurianova, consentendo di documentare lo svolgimento da parte della cosca dell’attività estorsiva nei confronti di: imprese aggiudicatarie di lavori pubblici. La cosca Maio consegue “mazzette” dagli imprenditori cui sono stati commissionati lavori pubblici, il cui importo è sempre pari al 2 – 3 % del valore complessivo dell’appalto; produttori di arance; proprietari di terreni agricoli.