Contrasto all’iniqua manovra di Monti

Sinistra Ecologia Libertà del Piemonte ha deciso di iniziare da questo fine settimana un capillare lavoro di informazione sui contenuti della manovra economica del governo Monti e sulle controproposte  “tese non a migliorare ma a modificare radicalmente un concentrato di iniquità sociali che nulla hanno da invidiare alle manovre proposte – si legge in una nota di Fabio Lavagno coordinatore piemontese – ancora nella scorsa estate dal governo Berlusconi. Con grande senso di responsabilità abbiamo evitato di esprimere giudizi preventivi sulle opzioni programmatiche illustrate da Monti, scontando anche malumori tra molti militanti che da subito avrebbero voluto una posizione di chiara contrapposizione. Riteniamo che tale scelta sia stata corretta e lungimirante e che oggi ci consente di esprimere una contrarietà non aprioristica. L’equità o il suo contrario non si misurano da chi fa le proposte ma dai contenuti materiali delle stesse. Noi non ravvisiamo grande equità in una manovra che incide in modo pesante solo su una parte della popolazione. L’elevazione della età pensionabile, il taglio ai rendimenti pensionistici con l’estensione per tutti del sistema contributivo, la non rivalutazione delle pensioni che superano di poco i 900 euro, l’aumento della tassazione indiretta anche sui generi di prima necessità, l’ulteriore taglio alla spesa sanitaria da compensarsi con l’aumento dell’Irpef regionale, la rivalutazione catastale degli immobili applicata in modo eguale ai mini appartamenti e ai grandi patrimoni immobiliari, l’ennesimo taglio alla finanza locale – con la conseguente riduzione dei servizi erogati dai comuni, non sono certo leniti dalle lacrime della ministra Fornero”.

Per Lavagno “chi per l’ennesima volta non sarà chiamato a risanare l’economia del paese è quella parte consistente della popolazione che, pur in una fase di recessione economica, ha visto crescere in modo esponenziale la sua ricchezza. Nessuna traccia di tassazione sui patrimoni e men che meno sulle rendite finanziarie, l’una tantum del 1% sui capitali che hanno usufruito dello scudo fiscale, mantenimento delle esenzioni Ici per i soggetti sinora esentati, nessun intervento di riduzione delle spese militari, nessun accenno alla rimozione dei provvedimenti adottati dal governo Berlusconi, compreso quello relativo ai licenziamenti facili, un silenzio complice e connivente nei confronti di un gruppo industriale come la Fiat che sta smantellando le regole fondamentali della rappresentanza democratica dei lavoratori (oltre che il loro diritto ad avere un contratto nazionale) sono la misura della iniquità sociale della manovra Monti. Utilizzando le parole della segretaria della Cgil Camusso questa manovra “risana il paese ma uccide le persone”. Per queste ragione il Coordinamento regionale ha chiesto a tutti i militanti di Sel di mettere in campo un grande sforzo organizzativo per garantire fin da subito l’inizio di una mobilitazione fatta di volantinaggi, punti di informazione e quant’altro possa servire a far conoscere la nostra critica e costruire momenti di opposizione”.

Sel Piemonte annuncia la “massima presenza alle iniziative che i sindacati adotteranno a partire dallo sciopero del 12 dicembre. Consapevoli delle difficoltà che incontreremo e anche del tentativo di isolare la nostra posizione. È un percorso stretto e difficile da cui però non possiamo deviare. Questo sforzo ci è richiesto dal nostro essere donne e uomini di sinistra ma soprattutto ce lo richiedono quei milioni di lavoratori e pensionati che rischiano di rimanere senza una rappresentanza politica” chiosa Lavagno.