Vibo Valentia una Provincia al collasso

La magistratura contabile arriva a presentare una situazione di forte “squilibrio” dell’Ente provinciale vibonese per una serie di problematiche legate alla gestione finanziaria. La Provincia si avvale di staff tecnico, di esperti, di personale che a sentire gli amministratori è super qualificato al punto da ottenere indennità consistenti per obiettivi raggiunti. “Tutta colpa dei mancati trasferimenti agli enti locali”, hanno più volte sottolineato l’assessore al Bilancio Pasquale Fera e il presidente Francesco De Nisi. Una situazione che, effettivamente, sta coinvolgendo tutti gli enti locali.

Vibo Valentia Provincia si trova con 451 dipendenti, indicata tra quelle con il maggior numero di personale rispetto alla popolazione, si scopre un carrozzone che in questi anni ha pensato soprattutto alla politica, ai partiti e in particolare a soddisfare le esigenze dei capicorrente.

La Corte dei Conti rileva “gravi irregolarità contabili, pregiudizievoli o comunque sintomatiche di inefficienze e criticità della gestione finanziaria dell’Ente per le quali i chiarimenti forniti non hanno consentito di superare le osservazioni formulate dal magistrato istruttore”. Forte il richiamo della sulle distrazioni dell’amministrazione provinciale per “non aver inviato” alla magistratura contabile il documento di bilancio, richiesto addirittura il 19 luglio 2011. A tal proposito nel deliberato la stessa Corte annota che “il modus operandi” della Provincia “non è conforme alla natura e allo scopo del controllo intestato alla Corte dei Conti, violando nel contempo il principio costituzionale di leale collaborazione tra i poteri, principio che trova piena applicazione anche nei riguardi degli enti locali poiché – scrive ancora la Corte dei Conti – consente il pieno svolgimento del procedimento di controllo finalizzato all’adozione dei provvedimenti di autocorrezione”.

Una polveriera che è pronta ad esplodere da un momento all’altro nonostante la politica continui a lavorare per gestire il potere e non guardi al baratro in cui l’Ente di palazzo ex Enel è finito.