Esonero in vista per Luis Enrique

Al centro del dibattito romanista il futuro dell’asturiano. La società gli concede ancora fiducia, ma a tempo. Saranno decisive le prossime tre partite: quella all’Olimpico con la Juve, lunedì prossimo, e le due in trasferta contro il Napoli ed il Bologna. Prima della sosta di Natale, dunque, si valuterà, sulla base dei risultati ottenuti nelle tre gare in dieci giorni, se continuare con lui o cambiare gestione tecnica, magari promuovendo Alberto De Rossi.

Per Luis Enrique è eloquente la supremazia territoriale (69 per cento) nel primo tempo della gara del Franchi, nonostante l’inferiorità numerica, e sino al 2 a 0 di Gamberini. Il presidente, affiancato dal consigliere Mauro Baldissoni, ha parlato a lungo con l’ad Claudio Fenucci, in particolare di marketing. Poi ha voluto conoscere il parere di Sabatini sulla crisi della Roma. DiBenedetto ha cercato di capire che cosa non va. Ma non è sembrato troppo preoccupato: crede nel lavoro di Baldini e non intende interferire, sapendo che il dg non ritiene giusto invertire la rotta, scegliendo un tecnico più pragmatico e conservatore.

Pure per il presidente l’allenatore è il meno colpevole. Due i motivi: i nuovi giocatori sono arrivati, quasi tutti, a pochi giorni dall’inizio del torneo; al tecnico non è stato chiesto nè di vincere subito e nemmeno di entrare in zona Champions, quindi secondo il bostoniano e la mentalità Usa, le somme vanno tirate solo a fine stagione. Proprio considerate le assenze di calciatori di primo piano come Burdisso, ha comunque incaricato Sabatini di rafforzare la Roma nella sessione invernale di mercato, cioè a gennaio, avendo avuto in queste ore carta bianca dai suoi tre soci (per primo Pallotta, il partner forte) per ulteriori investimenti.

In attesa del sì di De Rossi, su cui nessuno scommette, sicuri tre colpi: due difensori centrali e un interditore. Il budget stanziato per sistemare la squadra in corsa è più che decente: 10 milioni, ma potrebbero essere anche di più se il ds giallorosso riuscirà a piazzare giocatori che Luis Enrique utilizza poco. La lista dei possibili partenti: Cassetti, Cicinho, Simplicio, Barusso e Okaka. Anche Borriello può andar via, ma il suo discorso è diverso dagli altri: essendo stato pagato 10 milioni, bisogna evitare la minusvalenza. Quindi è probabile la cessione in prestito, magari all’estero: Psg e Zenit si sono già fatti vivi. L’asturiano non chiede che siano tutti sostituiti, perché preferirebbe allenare una rosa più ristretta e al tempo stesso coinvolgere qualche giovane della Primavera, a cominciare da Viviani, ma anche Nego e Verre. E il talentino uruguaiano Nico Lopez. Il club, invece, punta ad abbassare il monte ingaggi. Al più presto incontro con il Parma per il riscatto di Borini (7 milioni, pagamento triennale): la società emiliana vuole Simplicio, Cassetti e Okaka. Sabatini è intenzionato a prendere i tre rinforzi all’estero. Innanzitutto due centrali difensivi e non più uno. L’unico che piace del campionato italiano è Silvestre: il Palermo, però, non lo vuole cedere. A centrocampo serve un intermedio: il prescelto è Paulinho, 23 anni, mediano del Corinthians, l’alternativa è Fernando, 24 anni, regista del Porto. Quest’ultimo è poco palleggiatore e troppo simile a De Rossi.