Impianti abusivi come funghi Vibo Valentia senza regole

 

Che in Calabria si operi al limite delle regole è un fatto notorio. Che poi le stesse vengano completamente disattese a discapito di chi le rispetta, è una questione che rammarica profondamente e rappresenta un “attentato” bello e buono all’economia.

A Vibo Valentia l’abusivismo è dilagante per come riportano le cronache giudiziarie e nel settore pubblicitario e delle affissioni, ciò si avverte come un notevole disturbo anche per l’immagine della stessa Città. Un impianto pubblicitario non a norma, infatti, produce un inquinamento visivo oltre ad arrecare pericolo ai cittadini. E in questa città il mal costume di installare impianti senza autorizzazioni e quindi senza neanche pagare tasse è continuato nel tempo. Gli impianti spuntano come fossero funghi.

Mentre l’amministrazione comunale guidata da Nicola D’Agostino sequestra, i danni rimangono visibili sul territorio giorno dopo giorno. In assenza di regole e di rimozioni, di azioni forti il fenomeno dilaga.

A farne le spese sono anche i cittadini che subiscono una violenza tripla: gli abusivi non pagano le tasse e quindi aumentano i tributi; gli abusivi posizionano senza regole e deturpano l’ambiente; gli abusivi creano situazioni di pericolo sia per il pedone che per gli automobilisti. Questa città dovrebbe prendere esempio da altri capoluoghi di provincia calabresi e non solo, vedi Cosenza, Rende, Salerno, Reggio Calabria che hanno indetto un bando di gara, hanno rimosso tutte le posizioni abusive e messo in campo un piano per tutto il territorio rispettoso del contesto urbano.

Un danno anche all’economia. Aziende che operano in questo settore nel rispetto delle regole esistono e sono anche su scala nazionale. Occupano degli addetti, offrono occasioni di lavoro. Le stesse però subiscono la concorrenza sleale, che rimane impunita, e quindi costringono gli operatori sani ad investimenti in altre realtà. Vibo Valentia appare fuori controllo, una Città che svantaggia i pochi che ancora pagano regolarmente le tasse. Il Comune non riesce a garantire un adeguato strumento di prevenzione in materia pubblicitaria. Un piano generale degli impianti ed una gara regolatoria dello strumento richiesta da più anni, mai fatta. Anzi forze trasversali avversano le poche aziende che hanno sempre rispettato le regole.

Tra delinquenza organizzata, e cattiva amministrazione, anche le aziende che hanno investito negli anni creando presente e futuro, sono ad un bivio senza alternativa: disinvestire e mollare anni di lavoro, poiché impossibilitati a contribuire ancora allo sviluppo.

Nel delicato settore, in base alle recenti inchieste portate avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia, si inseriscono gli interessi delle forze dell’anti Stato. Gli inquirenti sono all’opera per verificare se queste pareti/installazioni pubblicitarie sono state a suo tempo autorizzate o meno, se si da chi e se si sono stati eseguiti opportuni accertamenti sulle ditte richiedenti, sulla scorta anche delle tantissime richieste agli atti presentate nel corso degli anni da aziende leader del settore e mai autorizzate. Arriveremo mai al primo livello scardinando un sistema delittuoso nei confronti di Vibo Valentia? Un interrogativo carico di aspettative soprattutto per i cittadini onesti.

Più che una ribellione delle stesse aziende sane, si tratta di far scaturire in ciascun cittadino una ribellione delle coscienze. A rischio ci sono la legalità, l’economia, una Città che di questo passo muore giorno dopo giorno.