L’Udc vibonese boccia il sindaco D’Agostino

Iconio Massara, confermato alla guida dello scudocrociato vibonese,  non è affatto tenero nei confronti dell’amministrazione comunale di Vibo Valentia  targata Nicola D’Agostino. L’esponente dell’Udc ha sottolineato una serie di criticità quali “la situazione ambientale e della raccolta dei rifiuti, l’inesistenza assoluta della raccolta differenziata, ed una scarsa pulizia del territorio. È palese la condizione di assoluta precarietà in cui versano le frazioni, spesso trascurate e meritevoli di migliori sorti, tra le quali in maniera triste svettano le Marinate, che potrebbero essere centro di sviluppo turistico e commerciale, con un Porto che necessita assolutamente di adeguamento e valorizzazione”.

Un giudizio pesante come un macigno che rileva una netta insofferenza del partito nei confronti di questa amministrazione che, abbinata ai mal di pancia nel PdL, fanno traballare vistosamente la sedia del sindaco della città. Del resto lo stesso Massara ha sottolineato a chiare lettere che l’accordo a palazzo di Città è stato “solo” elettorale, una convergenza nel turno di ballottaggio, richiamando in maniera sibillina la possibilità di staccare in ogni momento la spina al governo della città.

Massara nel rimarcare la linea autonomista dell’Udc, sia dal PdL che dal Pd, ha espresso tutto il suo apprezzamento per la coerenza con la quale i cinque consiglieri dell’Udc hanno portato sempre avanti la linea di opposizione, “arrivando addirittura a subire le contestazioni del PdL che – ha osservato – assieme a noi dovrebbe fare opposizione”.

Il segretario dell’Udc ha messo il dito nella piaga di palazzo ex Enel: “l’ente è sull’orlo del dissesto, con milioni di euro di debiti, con un presidente senza una maggioranza effettiva…”.

E sempre nel corso del congresso di questo fine settimana che lo ha confermato alla guida del partito in provincia, ha indicato in vista delle elezioni politiche anticipate, il nominativo dell’assessore regionale al lavoro Francescantonio Stillitani. Proposta che è stata a lungo applaudita dai partecipanti al congresso.