I papabili del Governo Monti ecco i nomi

La lista dei nuovi ministri dovrebbe essere già pronta nel pomeriggio di domenica 13 novembre, per fare in modo che alla riapertura dei mercati di lunedì sia già pronto il nuovo governo.

Quanto alla lista in sè, la promessa è di un governo snello e operativo. Dodici-quindici posizioni di ministri che dovranno avere la caratteristica di essere in grado di applicare le misure richieste dalla Ue, cioè in grado di rendere operative le richieste della famosa lettera del 5 agosto e le successive 39 domande recapitate a Roma. “Autorevolezza, competenza, credibilità internazionale, esperienza istituzionale”, sembrano essere le parole d’ordine di Monti.

Il nuovo governo sarebbe formalmente un governo tecnico sostenuto da larga maggioranza parlamentare, ma non di larghe intese, in pratica un governo d’emergenza nazionale, considerando la situazione economica.

Il futuro presidente del Consiglio, Mario Monti, dovrebbe assumerebbe anche l’interim dell’Economia, anche se potrebbe essere chiamato anche Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia. Agli Esteri, Giuliano Amato (forse con il grado di vice premier), ma potrebbe anche restare Franco Frattini. Gianni Letta potrebbe mantenere l’incarico di sottosegretario alla presidenza anche come vice premier. Vicepremier anche Enrico Letta del Pd, ma tutti e due salterebbero ovviamente nel caso di un governo tecnico.

Allo Sviluppo si vocifera il nome di Saccomanni o Lorenzo Bini Smaghi, che si è dimesso dal board della Bce per far posto ad un francese.

Alla Giustizia, oltre al nome di Maurizio Lupi e l’attuale Nitto Palma fortemente voluto dal Cav,  circola anche quello di un tecnico come il presidente della Corte d’Appello di Torino, Mario Barbuto. Colui che è riscito a dimostrare che è possibile gestire un grande ufficio giudiziario azzerando l’arretrato civile.

Per l’istruzione, il “tecnico” più gettonato è Francesco Profumo presidente del Cnr. Difficile ancora fare dei nomi per la pubblica amministrazione e il welfare, mentre per i Beni Culturali è in pole Paolo Baratta.

Ma ci sono anche altri nomi di tecnici puri che girano in queste ore come Umberto Veronesi (Sanità), l’economista Francesco Giavazzi, il rettore della Bocconi Guido Tabellini. Mentre dal punto di vista politico Silvio Berlusconi chiede di tenere al loro posto Frattini (Esteri), Nitto Palma (Giustizia), Fitto (Affari regionali) e soprattutto Gianni Letta a Palazzo Chigi.  La linea del Pd è invece un mix di tecnici e politici, ma c’è la volontà, condivisa da Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta, di affiancare a Mario Monti nel governo che verrà i dirigenti del Partito democratico.