Berlusconi approva l’incarico tecnico a Mario Monti

Notti agitate nelle stanze dei palazzi della politica italiana. A  togliere il sonno ai nostri rappresentanti non sono gli interessi degli italiani ma le poltrone tant’è che il dibattito, dopo la decisione forzosa di far dimettere Berlusconi, è se andare alle urne subito oppure galleggiare con un governo tecnico. Il cruccio è legato al posto in Parlamento. A sorpresa il Cavaliere, intenzionato al voto, proiettato nella sua mente all’elezione del Presidente della Repubblica nel 2013, ha definito “ormai ineludibile il sostegno ad un governo Monti”. Il presidente del Consiglio ha chiesto a Lega Nord ed al PdL di riflettere nella consapevolezza che una risposta debba arrivare quanto prima, al massino entro venerdì, dal momento che le sue dimissioni arriveranno entro lunedì forse sabato stesso al massimo domenica.

La maggioranza del PdL è pronto anche ad entrare in un esecutivo di emergenza nazionale. La Lega Nord ed alcuni ex An sono fermi nel dire “no” a qualsiasi governo che non sia politico.

L’Italia “saprà serrare le fila” lo ha scritto il presidente Giorgio Napolitano nel messaggio letto dall’ambasciatore italiano per l’evento che celebra il 150/o d’Italia con una lectura Dantis di Roberto Benigni nella plenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles. “L’Italia e l’Europa hanno saputo superare passaggi drammatici della loro storia – è scritto nel messaggio di Napolitano – letto dall’ambasciatore – e nel momento in cui la sfida si rinnova sapremo serrare le fila e compiere un nuovo passo in avanti. Noi Italia unita e noi Europa unita per garantirci un degno futuro e per garantirlo alle generazioni più giovani”.

Sul fronte delle opposizioni Monti ha l’ok di Pd e Terzo Polo. L’Idv metterebbe ancora dei paletti. Anche se nel centrodestra si è fatto anche il nome di Giuliano Amato, magari in ticket con l’ex commissario europeo, per alleggerire il peso dell’ex commissario europeo in vista delle decisioni sulla formazione del nuovo governo. Ma resterebbe una ipotesi lontana.

“Non c’é più tempo, domenica bisogna chiudere e avviare le consultazioni”, è il timing indicato da Bersani e Casini, disponibili a fare la loro parte solo se il nuovo governo può contare su numeri solidi: “Con un governo di emergenza – mette in chiaro il leader del Pd – non intendiamo fare, però, un ribaltone o un aggiustamento con qualche transfugo altrimenti si va al voto e noi non abbiamo certo paura”.

Per ora chi non scioglie la riserva è Antonio di Pietro che ufficialmente continua a preferire la strada delle elezioni anticipare. Il leader dell’Idv però si riserva di prendere una decisione definitiva “solo dopo aver ascoltato il Capo dello Stato”.