Crotone una città ferma

L’uomo della strada non può non porsi la seguente angosciosa domanda: “Ma cosa stanno facendo le attuali amministrazioni, quella comunale e quella provinciale? (se si escludono la bitumazione di alcune strade per quanto riguarda la prima e la manutenzione di alcuni fiumi, per quanto riguarda la seconda).

Infatti, la totalità dei problemi irrisolti risulta sempre all’ordine del giorno: dalla bonifica al porto turistico, dal traffico caotico all’abusivismo commerciale imperante, dal declassamento dell’ospedale civile alla gestione dei rifiuti, dalla disoccupazione alla cassa-integrazione e via di seguito.

Quindi, una città, come canna al vento, sballottata ed umiliata! Possibile – ci domandiamo – che non si riescano ad accelerare i processi per la bonifica? Ed essendo incapaci (almeno così sembra) di rendere usufruibile il porto turistico della città perché non bandire un concorso a livello europeo per poterlo affidare ad una società privata?

Possibile che la nostra Crotone debba continuare ad apparire una città senza regole con venditori abusivi ad ogni angolo di strada e con automobilisti tutt’altro che ligi nei confronti delle più elementari norme del codice della strada?

Possibile che nessuno pensi alle centinaia e centinaia di cassa-integrati e nessuno mediti cosa possa succedere quando tale ombrello di protezione verrà meno?

Figurarsi, poi, se qualcuno indirizzi il suo pensiero e la sua azione verso coloro i quali non hanno mai avuto la fortuna di poter iniziare un lavoro!

E’ veramente triste riprendere e riportare una constatazione di molti nostri concittadini. Eccola:

“Quando gli attuali pensionati non ci saranno più e quindi non potranno più essere aiutati figli e nipoti, non saranno pochi coloro i quali si vedranno costretti di andare via alla ricerca affannosa di un qualsiasi posto di lavoro”.

Ed, in tal caso, la popolazione di Crotone si ridurrà notevolmente, tanto da ritornare, forse, agli anni 1920, quando era un borgo marinaro di poche migliaia di abitanti.

Una prospettiva, naturalmente, non auspicabile; ma realistica continuando l’attuale immobilismo delle Autorità locali.