Tsunami demografico in Calabria e nel Sud

A fine settembre, l’associazione Svimez ha lanciato un grido di allarme: in dieci anni – periodo 2000-20009 – ben seicentomila persone sono andate via dal Mezzogiorno d’Italia, per recarsi al Nord o nei Paesi esteri.

Soltanto nel 2009 si sono trasferiti altrove ben 109 mila abitanti. Fortunatamente, forse anche per il numero degli abitanti, la Calabria risulta fanalino di coda con appena 14.000 trasferimenti nel corso del 2009, rispetto ai 33.800 della Campania, ai 23.700 della Sicilia, ai 19.600 della Puglia.

Ma, a differenza degli anni 50-70, a partire, oggi, non sono più (anche perchè forse non ce ne sono) gli analfabeti ed i semi-analfabeti, ma persone istruite con un titolo di studio.

Infatti, sempre riferendoci all’anno 2009, oltre il 54 per cento degli emigrati possiede un titolo di studio medio-alto (diploma o laurea).

Le regioni preferite dai flussi migratori della nostra regione sono la Lombardia e l’Emilia – Romagna.

Risultando il tasso di disoccupazione, in Calabria, del 39 per cento per quanto riguarda la fascia che va dai 15 ai 24 anni, è sin troppo chiaro che molti giovani siano costretti a lasciare la nostra regione.

Addirittura, la Svimez pensa che, negli anni futuri, avverrà uno tsunami demografico nel Sud d’Italia con continui trasferimenti.

Tutto ciò è, in parte, da addebitare alla classe politica meridionale incapace di cogliere le occasioni che, nel corso degli anni, si sono avute ed incapace di escogitare qualcosa per fare lavorare in loco i giovani.

Il nostro Presidente della Repubblica, on. Giorgio Napolitano, ha dichiarato, dopo la pubblicazione del rapporto Svimez: “Quest’anno si coglie l’occasione per mettere in evidenza come la principale incompiutezza di quella unificazione rimanga il persistente divario tra nord e sud. E sopratutto si mette in piena luce come nel momento attuale la preoccupazione di fondo di un rilancio della crescita economica sociale del Paese non possa trovare uno sbocco effettivo in assenza di una strategia di valorizzazione del potenziale decisivo apporto delle risorse del Sud ad un nuovo sviluppo nazionale”.

In altre parole, il Presidente on. Napolitano, fa sapere che, sin quando il Governo Centrale ed i Governi regionali, non riusciranno a determinare e promuovere una “politica economica” a beneficio del Sud, al fine di accorciare le distanze e le disparità, fra Settentrione e Meridione, il fenomeno dell’emigrazione non potrà arrestarsi.

Tanto da prevedere il semi-spopolamento secondo l’analisi della Svimez.