La sarda salata toglie la sete

Onde favorire maggiori opportunità di lavoro ai giovani s’impone, sulla base dell’aumento della vita media e la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, il rialzo accelerato dell’età pensionabile. Ma se non mandiamo in pensione chi ha già lavorato, dove sono i posti di lavoro? Benefici fiscali per le aziende che assumono con contratti a tempo indeterminato giovani sotto i 30 anni oltre che pari vantaggi fiscali sui redditi percepiti dai nuovi assunti almeno per i primi anni. Potrebbe essere un mutamento di convenienza per le imprese ed i giovani disoccupati poiché favorirebbe nuove assunzioni. Le aziende pur avendo si tante agevolazioni, assumerebbero con contratti a tempo indeterminato i giovani che non hanno fatto un apprendistato nel campo specifico? L’abrogazione del titolo di studio, un’ottima riforma per dare una scossa di vitalità al sistema dell’istruzione e al mercato del lavoro. Ma abituiamo prima i giovani alla manualità perché sappiamo che la maggior parte di loro si sono sacrificati sui libri raggiungendo un diploma o una laurea, come possono d’improvviso passare ad un lavoro diverso da quello sognato per una vita? Allora diamolo lo scossone incoraggiando l’agricoltura, l’artigianato, favorendo l’apprendistato nella bottega artigiana alla vecchia maniera e non con corsi di formazione amministrati da Assessorati, che, non sono niente altro che uno sciupio di denaro e di tempo. Le Leggi controsenso guastano, ma i nostri parlamentari badano solo al loro vitalizio e all’aumento dello stipendio e noi continuiamo a cantare il vecchio motivetto: “Facciamo finta che, tutto va ben, facciamo finta che, tutto va ben”.