Nelle campagne della piana di Gioia Tauro tornano i coloriti raccoglitori di arance

Richiamati a Rosarno dalla campagna di raccolta dei mandarini e delle arance. Stando alla devastante crisi del settore, che quest’anno pare stia investendo anche il comparto dei kiwi, il numero dei migranti dovrebbe essere più contenuto rispetto alle annate precedenti. Non si arriverà certamente al picco del dicembre 2009, il mese precedente alla rivolta, quando solo nella zona di Rosarno gli extracomunitari superavano le 2000 unità, la stragrande maggioranza accampata a sud, nella fabbrica fatiscente dell’ex Opera Sila, e a nord, tra i ruderi dell’ex Rognetta. A quasi 2 anni di distanza la verità s’è fatta strada. I migranti all’indomani della rivolta del gennaio 2010 sono ritornati ed accolti alla stessa stregua dei tanti lavoratori che, provenienti soprattutto dai paesi dell’est, si sono integrati nel tessuto economico e sociale cittadino. Ma dove andrà a vivere la massa di giovani africani che tra qualche settimana giungeranno a Rosarno? Solo un centinaio potranno essere ospitati nel campo di accoglienza di Contrada Testa dell’Acqua, che, a seguito dei riscontri positivi registrati con la passata esperienza, non è stato smantellato e quindi potrà essere riaperto, ma solo dopo che il Comune avrà assegnati dalla Regione i fondi necessari per la sua gestione. Ci sono in cantiere, su iniziativa del Ministero dell’Interno, della Regione Calabria e del Comune di Rosarno, progetti per la realizzazione di strutture, su terreni confiscati, da adibire a beneficio dei migranti, ma ci vorranno alcuni anni per portarli a definizione. Sta di fatto che, anche per questa stagione, gran parte dei giovani africani sarà costretta a vivere nelle campagne in condizioni disumane.