Lamezia Terme, ancora sequestri nell’operazione Easy Money

I finanzieri del G.i.c.o. di Catanzaro, in collaborazione con il servizio centrale criminalità organizzata (S.c.i.c.o.) di Roma e con l’ausilio del Comando provinciale di Vibo Valentia, hanno sequestrato beni mobili, immobili, rapporti bancari, quote societarie ed attività economiche per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Procura della Repubblica che ha confermato appieno le conclusioni cui sono giunti gli investigatori delle fiamme gialle dopo articolate indagini economico-patrimoniali delegate dalla stessa Procura lametina. L’attività investigativa, che ha portato al sequestro dei beni, prende le mosse dall’operazione “Easy money” condotta nel 2009 dallo stesso reparto investigativo con il coordinamento della locale Dda, nel cui ambito furono arrestate undici persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di usura aggravata dal metodo mafioso, estorsione e tentata truffa aggravata in materia di finanziamenti, per un valore complessivo ammontante ad oltre 900.000 euro. L’attività investigativa ha poi portato ad “Easy money 2” che ha consentito di denunciare altri tre soggetti per i reati di riciclaggio e tentato riciclaggio, oltre che ricostruire i flussi finanziari arrivando a scoprire due lussuosi appartamenti a Miami (Florida) e sequestrare 2 società nella Repubblica di San Marino. Ora, su delega della Procura della Repubblica lametina sono stati eseguiti ulteriori accertamenti patrimoniali sul conto di altri 31 soggetti coinvolti nell’ambito dell’operazione “Easy money”, che hanno portato al sequestro di autovetture, rapporti bancari, quote societarie, svariate attività economiche operanti nel settore del commercio, dei servizi e dell’impresa boschiva e terreni, situati nei comuni di Curinga, Maida, Vibo Valentia, Filadelfia, Serra San Bruno, Sorianello (questi ultimi tre in provincia di Vibo Valentia) e a Roma. Le indagini economico-finanziarie, condotte anche attraverso l’utilizzo di un’applicazione tecnico-informatica sviluppata dallo Scico denominata “molecola”, hanno consentito di individuare il patrimonio accumulato da questi soggetti grazie ai proventi dell’attività illecita, visto che il valore dei beni e delle attività commerciali acquisiti nel tempo è risultato incompatibile con i redditi ufficialmente dichiarati al fisco. Con quest’ultima operazione sale a circa 13 milioni di euro il valore dei beni complessivamente sequestrati dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, a diverso titolo, nelle varie fasi  dell’operazione “Easy money”.