Occorre garantire al sistema agricolo uno spazio di crescita economica all’altezza delle sue potenzialità

Contiene evidenti elementi di preoccupazione il commento diffuso dalla Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali (FODAF) della Lombardia sui dati resi noti da ERSAF circa il consumo di terreno agricolo. I dati in questioni sono contenuti nel libro “L’uso del suolo in Lombardia negli ultimi 50 anni”, recentemente pubblicato dall’ente “strumentale” della Regione Lombardia deputato alla ricerca in materia di agricoltura e foreste.

“I dati elaborati da ERSAF e dalla giunta regionale lombarda – afferma Giorgio Buizza, presidente di FODAF  – indicano che in Lombardia, purtroppo, oggi si consumano 12 ettari di terreno agricolo al giorno. Dall’ultimo censimento agricolo emerge che la superficie agricola lombarda è ormai scesa al di sotto della simbolica soglia di un milione di ettari: per la precisione ci troviamo a quota 984.000 ettari, ma quel che più preoccupa è che il processo di diminuzione del suolo agricolo disponibile non si è certo arrestato”.

FODAF prende atto degli sforzi che la Regione Lombardia sta cercando di mettere in atto a difesa del ricco e variegato patrimonio ambientale che rappresenta una delle più preziose risorse di cui dispone. Tra queste iniziative rientra l’attivazione del cosiddetto Geoportale, che consente di leggere lo stato attuale dei luoghi, ma anche le modificazioni intervenute in passato e quelle in atto nelle pianificazioni odierne.

Ma proprio in materia di pianificazione occorre fare di più. “Abbiamo appreso che su poco più di 1.500 comuni lombardi solo circa il 40% si è già dotato di un Piano di governo del territorio – sottolinea Buizza –. Peraltro i dottori agronomi e dottori forestali, che in materia dispongono di specifiche competenze e sono in grado di valutare la qualità dei suoli eventualmente da trasformare spesso non compaiono nei gruppi di progettazione dei Pgt stessi, nei quali si finisce per applicare in molti casi vecchi schemi concettuali, limitando l’attenzione alla parte di territorio già urbanizzata e trascurando di programmare lo sviluppo del territorio rurale e di quello montano-forestale. Così accade spesso che i terreni agricoli trasformati siano i migliori e i più produttivi”.

Altra questione cruciale è la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali, quali nuove autostrade e Alta velocità, che incidono pesantemente sul consumo di terreno agricolo. A questo riguardo FODAF pone di nuovo l’accento su un tema già sollevato recentemente, ossia quello della definizione dei cosiddetti ambiti agricoli strategici, previsti dalla Legge regionale n. 12 del 2005. Quest’ultima stabilisce infatti che le Province definiscano le parti del territorio che negli anni a venire dovranno restare agricole e non potranno essere destinate a nessun altro uso nell’ambito della pianificazione comunale.

“La sfida che oggi le istituzioni lombarde si trovano ad affrontare con urgenza – conclude Buizza – è improntata alla scelta del modello di sviluppo più adeguato alle esigenze di tutela del territorio. Per far sì che tale schema di sviluppo sia veramente sostenibile occorre innanzitutto garantire al sistema agricolo uno spazio di crescita all’altezza del suo valore attuale e delle sue potenzialità”.