Vibo Valentia, l’Udc invita Prc e Pdl ad informarsi prima di intervenire

In una nota stampa Antonino Daffinà, capogruppo Udc al Comune di Vibo Valentia, interviene sulla querelle tra Pdl e Prc e chiarisce la questione bilancio dal punto di vista “tecnico”. Ecco di seguito la sua dichiarazione. “Prima di commentare quanto asserito in questi ultimi giorni tanto dal capogruppo del Pdl, Mario Mazzeo, quanto dal circolo cittadino di Rifondazione Comunista “Spartacus”, ritengo opportuno riportare quanto affermato, a chiarimento della creazione del disavanzo di amministrazione in capo al Comune di Vibo Valentia, dal Collegio dei Revisori a pagina 13 della relazione sul Bilancio Consuntivo 2010 (affermazione peraltro ben evidenziata dai revisori stessi):

“Dall’analisi degli scostamenti tra le entrate e le spese inizialmente previste e quelle accertate ed impegnate si rileva che il Conto Consuntivo 2010 si è chiuso con un disavanzo di amministrazione di € 4.630.966, 53, scaturito per:

– Gestione di Competenza: – € 2.985.103,32,

– Gestione dei Residui: – € 1.645.863,21;

Si evidenzia che il disavanzo scaturisce principalmente dall’annullamento degli accertamenti eseguiti alla fine del mese di Dicembre 2010 dal Settore Finanziario e relativi a ICI Aree Fabbricabili e ICI Anni precedenti. Si rileva:

– la notifica degli atti di accertamento, avvenuta alla fine del mese di Dicembre 2010, nonostante il richiamo e il sollecito che questo Collegio ha comunicato all’amministrazione in data 19/10/2010 con prot. 46362;

– l’incongruenza tra la base dati fornita dalla società incaricata e a disposizione dell’Ente, utilizzata per l’emissione degli atti di accertamento e la situazione di diritto effettiva delle singole fattispecie oggetto di accertamento;

– l’atteggiamento tuttavia prudenziale del settore Finanziario dell’Ente che ha proceduto allo storno delle poste contabili relative agli accertamenti illegittimi prodotti e che, se da una parte ha generato un disavanzo di competenza causato dalla diminuzione delle entrate tributarie rispetto alle previsioni iniziali, dall’altra ha consentito: a) che tali somme non venissero accantonate a residui senza legittima fondatezza della pretesa creditoria da parte del Comune; b) che l’Ente non fosse esposto a rischio di sopportare un incremento di spese di soccombenza in contenzioso.

Sul risultato della gestione dei residui si evidenzia che il disavanzo scaturisce principalmente dall’attività di revisione dei residui attuata da parte dell’amministrazione che ha prodotto l’annullamento di poste attive non più esigibili”.

Da quanto affermato dal collegio di revisione del Comune appare quanto mai chiaro che la responsabilità della generazione del notevole disavanzo non può essere ricondotta alla precedente amministrazione e men che meno al periodo in cui il sottoscritto era Assessore al Bilancio. In sostanza, e per essere più chiari, tale disavanzo deriva per la gran parte da una gestione di competenza, ossia dalla gestione avvenuta nel corso dell’anno 2010, gestione effettuata dall’attuale amministrazione. Peraltro lo stesso bilancio preventivo 2010 è stato redatto dall’amministrazione attualmente in carica, cui comunque il sottoscritto rinnova la propria personale fiducia. Peraltro, appare quanto mai opportuno ricordare che il sottoscritto ha rassegnato le proprie dimissioni da assessore al Bilancio e da vicesindaco nel corso dei primi mesi del 2009 e di conseguenza non ha partecipato alla stesura e all’elaborazione né del bilancio consuntivo 2008, né del bilancio consuntivo 2009, né del bilancio di previsione 2010 e neppure, in quanto semplice consigliere, del bilancio consuntivo 2010 di cui in questo momento si tratta.

Tornando al dato che emerge dalla relazione dei revisori, appare chiaro che il problema di fondo è legato alla decisione, peraltro supportata dalla richiesta degli stessi revisori, di non considerare le somme inizialmente previste relative agli accertamenti Ici, somme che però nel corso dell’anno erano state impegnate. Tale circostanza ha portato alla generazione di un “buco” pari a quasi 3 milioni di euro che l’ente si dovrà preoccupare di “riempire” nel corso dei prossimi anni. Tuttavia è importante capire che la generazione di tale disavanzo è frutto dell’oculata decisione di non tenere in considerazione delle somme che, a parere del collegio di revisione, in quanto illegittime avrebbero generato dei residui in realtà inesistenti.

Per quanto riguarda, invece, la cancellazione di alcuni residui attivi si tratta di poste non più esigibili al 31/12/2010 e non alla data in cui il sottoscritto era assessore al Bilancio. Per opportuna conoscenza si chiarisce che in occasione della redazione del bilancio consuntivo l’ente effettua una ricognizione dei residui volta ad accertare la sussistenza o meno della ragioni giuridiche e contabili che ne permettono la conservazione in bilancio. Per quanto riguarda il sottoscritto, non avendo partecipato, in quanto non più assessore al momento dell’approvazione, alla redazione dei Consuntivi 2008-2009-2010 non può essere ritenuto responsabile di alcunché.

Invito, dunque, tutti a voler approfondire maggiormente i dati prima di fare considerazioni, sicuramente legittime ma in questo caso un po’ imprecise, che tirano in ballo terze persone che nella vicenda non hanno svolto alcun tipo di ruolo”.