Vasco si attira la reprimenda della chiesa bolognese

L’Arcidiocesi di Bologna guidata dal cardinale Carlo Caffarra, con una nota pubblicata su Bologna Sette (il supplemento domenicale al quotidiano cattolico Avvenire), interviene nelle polemiche su Vasco Rossi e sulle sue affermazioni su droga e cure anticancro che hanno monopolizzato il dibattito. “Il rocker di Zocca – sottolinea la Curia – in tema di libertà di opinione ha gli stessi diritti della gente comune, ma al pari di questa anche un osannato rocker non può essere esentato dai limiti dettati dal bene comune. Il buon senso ci spingerebbe subito a commentare che questa istigazione strisciante, alla luce del bene comune, è inaccettabile. Se invece ad affermarlo è una “star” le sue parole diventano subito la verità, oro colato, il bene rifugio dei media e dei social network. Qualcuno replicherà che dire, come ha fatto Vasco, che “non è mai morto nessuno a causa di uso e abuso di marijuana” non è istigazione al suicidio. Altri, di fronte alle dichiarazioni del Blasco a proposito della sua salute (“se era cancro non mi sarei curato. Antidolorifici e Caraibi, ecco quello che avrei fatto. Perché non voglio soffrire, voglio morire allegro”) faranno spallucce: e diranno “che male c’è?”. E invece in questa storia, a cui vorremmo “trovare un senso anche se un senso non ce l’ha”, il male c’è. Eccome”. “Perché – spiega il settimanale dell’Arcidiocesi – complice il piedistallo della celebrità, si ingannano i più giovani ed i più fragili illudendoli che le sostanze non fanno male. Mentre invece portano, e lo sappiamo tutti, se non all’immediato suicidio fisico a quello strisciante e drammatico dell’io. E il male in questa storia c’è anche quando si de-rubrica la sofferenza ad un’allegra vacanza ai Caraibi. Alla faccia di chi, e a Bologna sono tanti, non può neanche permettersi il lusso di pagare il ticket per gli antidolorifici”.