Vendemmia 2011, la raccolta delle uve anticipata di due settimane rispetto al 2010

L’andamento meteorologico estivo – in particolare, del mese di agosto – con alte temperature e scarse precipitazioni, ha fatto sì che la vendemmia 2011 si preannunci di buona qualità, con un anticipo della maturazione delle uve (sia bianche che rosse) di circa 15 giorni rispetto al 2010. La raccolta delle uve bianche, già avviata nella seconda parte di agosto, si sta completando in questi giorni, per lasciare poi spazio alle uve rosse, tra le quali, in particolare, il Sangiovese, la cui vendemmia è ormai alle porte. Non si sono registrate particolari emergenze di tipo fitosanitario che abbiano richiesto trattamenti eccezionali alle viti. La produzione 2011 si presume leggermente in calo rispetto a quella degli ultimi anni (mediamente si raccolgono circa 300mila quintali di uva, che consentono di ottenere circa 200mila ettolitri di vino). Su questo aspetto, oltre  alla riduzione delle superfici vitate che da qualche anno interessa il nostro territorio, si pensa possa incidere il fatto che le uve, per le alte temperature estive e la scarsità di precipitazioni, avranno un peso minore rispetto a quelle del 2010. Le gradazioni, in particolare per le uve rosse, si presentano piuttosto elevate, con un buon equilibrio delle componenti organolettiche dei mosti. “La provincia di Rimini, per la sua conformazione territoriale – commenta l’assessore Magrini -, è indubbiamente un’area vocata alla produzione di vini di alta qualità (in prevalenza rossi) per caratteristiche collinari, composizione dei suoli e vicinanza al mare. Ma anche tra i bianchi vi sono eccellenze: infatti, il particolare microclima sa fornire alle uve freschezza e profumi”. “In provincia aumentano i produttori che trasformano e vendono direttamente il loro vino – continua Magrini – sia per la vendita diretta, sia per far conoscere la bellezza del territorio e delle cantine e mostrare la competenza, la passione e il lavoro che concorrono alla creazione di un buon vino”. Nel territorio riminese, circa 1.500 degli oltre 2.400 ettari coltivati a vigneto risultano idonei alla produzione di vini Doc (“Colli di Rimini” e “Romagna”). Di queste superfici Doc, più della metà sono rappresentate dalla Doc “Colli di Rimini”, che si sta sviluppando anche a seguito del riconoscimento della nuova tipologia “Sangiovese”, che fino a pochi anni fa poteva rientrare unicamente entro la più ‘generale’ Doc “Romagna”. I vitigni maggiormente coltivati risultano: il Sangiovese (oltre il 60% del totale) ed a seguire, il Trebbiano, il Cabernet Sauvignon, il Biancame, il Merlot, lo Chardonnay e la Rebola. “La viticoltura riminese – conclude Magrini -, ha avviato negli ultimi anni un processo di profondo cambiamento dell’impostazione produttiva, adattandola alle caratteristiche del territorio e puntando all’ottenimento di una maggiore qualità della materia prima. Il vino dovrà diventare sempre più ambasciatore del territorio, capace di legare arte, paesaggio, cultura e storia dell’entroterra riminese. E anche quest’anno sembra avere le carte in regola per svolgere al meglio il proprio ruolo”.