Rosarno, Elisabetta Tripodi donna sindaco che vive blindata

Accade anche questo in Calabria. Di morire da testimoni di giustizia ingerendo dell’acido muriatico. Di essere un parroco coraggio e di avere l’auto bruciata o come accaduto al sacerdote di Gioiosa Ionica, don Giuseppe Campisano, di ritrovarsi la macchina crivellata di colpi. Accade di alzarsi nel cuore della notte e vedere la propria auto in fiamme, di trovare esplosivo davanti casa o lettere con minacce di morte. Accade ai politici, ai sindacalisti, ai giornalisti…a chiunque, imprenditori e cittadini comuni inclusi, possa fare qualcosa che non piace a qualcuno…E così la donna sindaco di Rosarno da oggi è costretta a vivere blindata. “Sono state disposte a tutela dell’amministratore locale specifiche misure di protezione personale”. E’ questo lo stringato comunicato delle forze dell’ordine per avvisare il primo cittadino Elisabetta Tripodi, di essere sotto scorta. Lei che ha avuto tanto “fegato” a candidarsi in una città difficile, in una città segnata dalla rivolta contro gli immigrati, dal predominio della ‘ndrangheta, da omicidi ed attentati, continui arresti, ora sarà costretta a vivere blindata. Per lei la lettera del boss Rocco Pesce, detenuto nel carcere milanese di Opera, con precisi rimproveri e velati sinistri avvertimenti. Una donna coraggiosa che non getta la spugna, un esempio di una Calabria che non si piega e reagisce!