L’Europa non crede più alle promesse di Berlusconi

Per la Commissione europea il pareggio di bilancio nel 2013 che dovrà essere garantito dagli effetti della manovra è il minimo, o per lo meno è solo una parte, dello sforzo che dovrà produrre il governo italiano per raddrizzare la situazione economica. Anche perché, osservano alcuni analisti, gli effetti positivi dell’intervento della Bce, che nell’imporre a Roma la manovra aveva anche alleggerito la situazione comprando titoli italiani lo scorso mese, cominciano a svanire, ed infatti lo spread italiano sui bund tedeschi ha risfondato quota 300 punti-base, arrivando a 303. Se non ci saranno dunque anche chiare misure che favoriscano lo sviluppo ed il lavoro, da Bruxelles non arriverà il via libera. Lo ha spiegato ai giornalisti a Bruxelles Amadeu Altafaj Tardio, portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn. Altafaj ha spiegato che “l’economia italiana cresce meno della media Ue che a sua volta è entrata in una fase di rallentamento”, dunque ora le misure per crescita e occupazione sono ancor più importanti, “con riforme strutturali che impattino su questi settori”, come già la Commissione aveva chiesto a giugno, senza avere risposte. Quando si osserva che la disoccupazione Ue non cala dal 10 per cento e si fanno enormi sforzi per sostenere Grecia, Irlanda e Portogallo, si vuole evitare che un paese come l’Italia (la cui economia pesa il doppio di quella dei tre già soccorsi) sfiori il fallimento, avendo già messo in conto anche una prossima richiesta di aiuto da Cipro. E Bruxelles spera che da Roma non vengano nuovi problemi.