Scajola, violazione della legge che punisce l’illecito finanziamento ai partiti

Sul PdL si abbatte la tegola Scajola accusato di percezione illecita di finanziamento politico. E’ il reato per il quale è perseguito dalla Procura della Repubblica di Roma, iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, l’ex ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. L’imputazione fa riferimento alla vicenda dell’acquisto del suo appartamento nella zona del Colosseo, in via del Fagutale, pagato, ma “a sua insaputa” come dichiarò l’allora ministro, con soldi in parte provenienti dal costruttore Diego Anemone, coinvolto nell’inchiesta sui grandi appalti del G8. Una vicenda che per mesi conquistò le prime pagine dei giornali, diventando un tormentone sul web, e che costrinse Scajola a dimettersi da ministro. Da parte sua Scajola si dice ”sereno” e certo che verrà ”chiarita” la sua ”estraneità ai fatti”. ”Apprendo dalle agenzie che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo – sottolinea l’ex ministro – su una vicenda per la quale la Procura di Perugia, dopo un anno e mezzo di indagini, non ha ritenuto di dovermi indagare. Attendo, comunque, con la stessa serenità e la medesima riservatezza che hanno sin d’ora contraddistinto il mio comportamento, che i magistrati romani portino a termine il loro lavoro, nella convinzione, che verrà certamente chiarita la mia estraneità ai fatti”. Dall’inchiesta non sono emerse circostanze tali che avrebbero potuto determinare l’invio degli atti da parte della Procura della Repubblica di Roma al Tribunale dei Ministri. L’inchiesta perciò si svolgerà secondo le normali procedure. Gli accertamenti che hanno proceduto l’iscrizione di Scajola nel registro degli indagati sono stati svolti dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza. Accertamenti che chiamano in causa soltanto Scajola. L’indagine è basata sugli atti trasmessi tempo fa a Roma dalla Procura della Repubblica di Perugia che indaga sull’imprenditore Diego Anemone e sulle liste che prendono il suo nome e sugli appalti del G8. Gli accertamenti sono affidati al procuratore aggiunto Alberto Caperna.