Gioia Tauro, i piccoli comuni si salvano in calcio d’angolo…

Tira e molla. Tagliare e non tagliare. Abbattere i costi della politica. Risanare il debito. Solo proclami che si scontrano con gli interessi elettorali dei partiti di non scontentare il proprio bacino elettorale. Ed ecco che la manovra di ferragosto per evitare il default prevedeva la soppressione delle piccole  province e dei piccoli comuni. A distanza di meno di quindici giorni tutto sfuma. Indubbiamente esultano i diretti interessati ma il problema rimane…“Possiamo dirci certamente soddisfatti riguardo l’esito dell’incontro organizzato dall’ Anpci con le parti governative per discutere intorno alla revisione dell’Art. 16 del Decreto legge n. 138 del 13 agosto 2011”. Queste le parole dei Sindaci, al termine della riunione svoltasi a Roma tra i sindaci dei piccoli Comuni e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta. L’art 16 prevede infatti che i Comuni inferiori ai 1000 abitanti dovranno forzosamente unirsi in una unione municipale con Comuni confinanti che hanno anch’essi meno di 1000 abitanti. Alla manifestazione sono intervenuti: Antonio Gioffrè (Cosoleto), Domenica Gangemi (Santa Cristina d’Aspromonte), Giuseppe Zampogna (Scido), Salvatore Vinci (Serrata), Stefano Calabrò (Sant’Alessio) e Salvatore Foti (Terranova Sappo Minulio). Il sottosegretario Letta ha garantito che, grazie ad un emendamento, non ci sarà la costrizione all’accorpamento ma chi vuole lo potrà fare in maniera autonoma e ha rassicurato gli amministratori che si farà portavoce della richiesta di stralciare l’articolo 16 dalla manovra presso i gruppi parlamentari ed i ministri.