Venezia, basta con le Province autonome e le Regioni a statuto speciale

“In un momento difficile in cui siamo tutti chiamati a fare sacrifici, a tagliare i servizi, ad aumentare le imposte, anche quelle più odiose che vanno ad incidere direttamente sulla vita delle famiglie, nel nostro caso è l’imposta di circolazione dell’auto, c’è chi si tira fuori.  Non mi sta bene, è un vero scandalo; se occorre esprimere solidarietà, che tutti facciano la loro parte”. Così la presidente Francesca Zaccariotto commenta il parere della commissione Affari Costituzionali che boccia la parte contenuta nella manovra di ferragosto sui tagli previsti anche per le Regioni a statuto speciale e Province autonome. “Troppo comodo celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, salvo poi tirarsi fuori dal coro quando si è chiamati a partecipare al risanamento del debito nazionale. L’Italia non può esistere solo quando si tratta di partecipare ai momenti cerimoniali, alle ricorrenze storiche. E’ invece la solidarietà nei momenti di crisi che unisce i territori, che rafforza il senso dell’unità d’Italia. Le province autonome e le regioni a statuto speciale non hanno più nessuna ragione storica di esistere, né una motivazione economica che giustifichi i loro privilegi. Le motivazioni che ne hanno provocato la nascita non sussistono più: se un tempo era la loro specificità territoriale e linguistica, il loro isolamento, il loro essere terre di confine, oggi fanno tutte parte dell’Europa, quella stessa Europa da cui prendono risorse e finanziamenti. Non ci si può sentire europei solo quando si accede ai contributi straordinari e si pretendono riconoscimenti diversi perché territori a statuto speciale. Come prendono soldi dallo stato centrale, da quell’Italia di cui non si sentono parte solo quando a loro non conviene, quando si tratta di partecipare ai sacrifici che la situazione di crisi richiede. Se l’Europa ci chiede il pareggio di bilancio entro il 2014, allora anche le regioni a statuto speciale e le province autonome devono partecipare allo sforzo. Faccio un altro esempio. Quando si è parlato di Venezia capitale europea della cultura, tutto il Nordest è stato considerato come un unico territorio, nel rispetto di una comunanza di interessi di storia di prospettive di sviluppo: da Venezia a Trento, a Bolzano a Trieste, senza divisioni, senza distinguo. Ma quando si chiedono tagli e sacrifici, allora questi stessi territori si tagliano fuori, non si sentono più rappresentati da Venezia, non si sentono più italiani. Ma di cosa parliamo? Come Provincia devo tagliare un milione di euro di costi di personale, abbiamo un’unica auto blu e il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Dürnwaldner dichiara bellamente che il suo emolumento di oltre 340 mila euro è giustificato dal fatto che lavora tanto. La Provincia di Venezia vanta un credito dallo stato di 64 milioni, dove sono? Perché dobbiamo continuare a versare imposte e tributi ad uno Stato sprecone che non ci restituisce neppure il dovuto? Allora chiedo al governo che nell’affrontare la riforma della Stato parta dalle fondamenta e non dal giardino, faccia un intervento strutturale e non cosmetico. Chiedo allo stato l’abolizione delle regioni a statuto speciale e delle province autonome che godono di privilegi oggi insostenibili da parte di tutti. Ma chiedo anche direttamente agli amministratori di queste regioni e di queste province, che facciano autonomamente la scelta di autotassarsi, al pari delle altre regioni e province che versano le tasse a Roma, senza aspettare l’imposizione dello Stato. In assenza di questa autonoma, esemplare decisione, ci rimane solo l’Italia dei proclami, un’Italia senza futuro. Finita”.