Vibo Valentia, l’Udc promuove l’abolizione di tutte le province senza discriminazioni

“L’abolizione delle Province è una richiesta che il nostro partito fa da diverso tempo. Ma la nostra richiesta è che si aboliscano tutte le Province e non solo alcune, peraltro sulla base di discutibili criteri matematici come l’estensione territoriale o il numero di abitanti”. Lo scrive in una nota stampa Tonino Daffinà, capogruppo Udc in consiglio comunale a Vibo Valentia, territorio interessato all’abolizione della Provincia. “E’ corretto procedere ad una revisione del sistema istituzionale degli Enti Locali, tuttavia riteniamo necessario – precisa l’esponente centrista – mettere in luce una serie di riflessioni che inevitabilmente dimostrano come la manovra messa in atto dal Governo nazionale alla vigilia di Ferragosto sia sbagliata nei presupposti, nelle metodologie e soprattutto sia inutile sotto il profilo economico-finanziario, che poi era il primo obiettivo ricercato dalla manovra stessa. In primo luogo è necessario riflettere sul criterio adottato per selezionare le Province da abolire. Il numero di abitanti (300 mila) coordinato con l’estensione territoriale (3.000 km quadrati), infatti, risulta essere un criterio che non tiene in nessuna considerazione le peculiarità di ciascun territorio senza contare, inoltre, che non sempre una piccola provincia è una provincia inutile. Intanto è da tenere in considerazione il dato secondo il quale la densità abitativa dei vari territori cambia in virtù di diversi fattori, primo su tutti la morfologia dell’area interessata. Inoltre, le regioni del nord sono statisticamente più popolose rispetto a quelle del sud. Fermo restando che siamo d’accordo solo sull’abolizione di tutte le province e non solo di alcune, se proprio è necessario procedere ad una riduzione delle province sarebbe stato opportuno tenere in considerazione altri fattori. Per quanto concerne Vibo Valentia, ad esempio, l’eventuale abolizione della Provincia si tramuterebbe inevitabilmente in un arretramento dello Stato in un territorio dove per molteplici motivi, come ad esempio criminalità organizzata, depressione occupazionale, crisi economica e carenze infrastrutturali, appare fondamentale una presenza massiccia dello Stato e delle sue strutture istituzionali. Inoltre, l’abolizione della Provincia, ferma restando la previsione della Manovra all’ultimo comma (6) dell’articolo 15 secondo cui sarà prevista da alcuni decreti la rideterminazioni degli uffici periferici delle province abolite, comporterà il venir meno di tutti gli uffici provinciali, non solo l’ente Provincia, quindi, ma sono a rischio anche Camera di Commercio, Comandi provinciali delle forze dell’ordine, Sezione misure di prevenzione del Tribunale, Agenzie provinciali varie, Aterp, Asp e ogni altro ufficio e sezione presente sul territorio in base ad una ripartizione “provinciale”. Per il territorio di Vibo, questo è evidente – conclude Daffinà – l’attuazione della manovra avrebbe un effetto devastante in termini di sviluppo, economici, amministrativi acuendo oltre ogni modo la situazione di depressione che il Vibonese soffre da sempre e da cui a stento si tenta di uscire malgrado notevoli e importanti difficoltà. D’altra parte dubitiamo che l’eventuale abolizione della Provincia possa portare l’effetto economico sperato tenuto conto che se da un lato i costi sostenuti dallo Stato potrebbero, anche se non è detto considerato che il personale verrebbe solo trasferito e non licenziato, diminuire e anche vero che la crisi di questo territorio diverrebbe sostanzialmente irreversibile portando ad un crollo del reddito pro-capite (e quindi alla riduzione del gettito fiscale) ad un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione (e al connesso aumento dei costi sociali derivanti dalla disoccupazione soprattutto giovanile) e all’aggravamento di tutti gli indici di sviluppo trasformando il Vibonese in una periferia senza grandi prospettive future e lasciando alla criminalità organizzata la possibilità di proliferare e riconquistare quegli spazi che oggi le forze di polizia sono riuscite a sottrarle. Quindi, alla fine per lo Stato nel lungo periodo si tratterebbe di una sorta di boomerang con minori entrate fiscali e più costi sociali. Siamo davvero sicuri che abolire la Provincia sia la cosa giusta per il bene del territorio? Ad ogni modo, riteniamo opportuno che la deputazione vibonese e calabrese si faccia carico di intervenire affinché la manovra venga modificata nella parte in cui si prevede l’abolizione parziale delle province”.