Roma, Alemanno non si attiva per un bambino autistico che rimane escluso

La giunta Alemanno non si prodiga per un bambino autistico di otto anni che rimane discriminato non potendo frequentare il centro estivo del proprio quartiere, nel municipio V, per la mancanza dei fondi necessari ad assicurare la presenza di un operatore di sostegno che si occupi di lui, riconosciuto invalido al 100%. La denuncia viene portata avanti dall’associazione nazionale “Sportello dei diritti” e sarà a breve oggetto di una interrogazione parlamentare ai ministri della Salute e dell’Economia a firma del deputato Pierfelice Zazzera (Italia dei valori). Secondo il racconto del padre del bambino, il piccolo, affetto da sindrome autistica, da qualche anno frequentava il centro estivo coadiuvato da un operatore di sostegno per affrontare le diverse attività previste, ma quest’anno la famiglia si è vista negare questa possibilità: “non ci sono i fondi”, la motivazione addotta. Ma non è tutto, perché il minore è stato poi ritenuto dagli operatori del centro come “non integrabile con gli altri”. Una risposta – argomenta l’associazione – che lascia perplessi, non solo perché il bambino ha frequentato il centro per anni, ma anche a fronte della recente ordinanza del Tar del Lazio, datata al 21 aprile, che impone a scuole ed enti pubblici di riorganizzare il sostegno, tenendo conto delle esigenze e della gravità della patologia dei ragazzi. Secondo Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” si è di fronte alla “negazione di un diritto, un diritto per di più sancito dall’articolo 3 della Costituzione che enuncia espressamente il dovere dello Stato nel rimuovere ostacoli di ordine economico e sociale, che limitano l’eguaglianza dei cittadini, e che impediscono il pieno sviluppo della personalità umana. dato che il piccolo, dal punto di vista medico, per un miglioramento dei suoi disturbi avrebbe proprio bisogno di integrazione sociale e di partecipare ad attività ricreative”. D’Agata evidenzia poi che “il diritto dei disabili da qualche anno in diverse aree d’Italia non viene sufficientemente garantito a causa di un sottostimato contingente dell’organico di sostegno” e che “la storia di questo bambino autistico fotografa un dramma italiano che impone un ovvio e quanto mai necessario innalzamento dei livelli di guardia e di protezione sociale per gli elevatissimi costi di assistenza e della cura che le malattie rare comportano e che vanno a gravare in gran parte su famiglie che non sono sempre in grado di farvi fronte”. A ben vedere – continua D’Agata – si tratta della “conseguenza dei nuovi tagli voluti dalla recente manovra economica che sono destinati a colpire sempre di più le famiglie a medio reddito mentre i politici se la spassano, potendo contare su degli introiti che noi comuni mortali possiamo solo sognare di notte”. Senza contare poi che “i problemi dei genitori con figli disabili, non solo quelli che si vedono negare la frequenza al centro estivo ma anche i tanti, tantissimi che avrebbero diritto ad un insegnante di sostegno a scuola ma non lo avranno, non interessano a nessuno: anche per questo motivo, il padre del bambino ha deciso di non lasciar correre questo episodio e rivolgersi ad un avvocato, per tutelare i diritti di suo figlio. In tal senso una diffida legale è già stata presentata nei confronti del municipio romano”. E fa specie come l’amministrazione Alemanno che si fa portatrice di una Roma che cambia, non faccia nulla, almeno ad oggi, per risolvere questo caso increscioso che non restituisce una bella immagine di una Capitale che tra omicidi ed arresti per mafia è cambiata si ma in peggio.