Contro natura, la Chiesa ha sempre condannato l’omosessualità

Antonella Elsa Rocciolo

La tradizione della Chiesa ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”, “Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati”. (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2357) Si parli dei DICO o del Disegno Intelligente, delle relazioni omosessuali o dell’ingegneria genetica, non si fa altro che evocare il concetto di «natura» o della sua immagine speculare di «contro natura». Dopo Darwin e la pubblicazione nel 1859 dell’ “Origine delle specie”, non è più possibile evocare a sproposito il concetto di natura. “Perché” –rileva il giornalista scientifico e scrittore di opere scientifiche divulgative Pietro Greco- “Darwin colloca definitivamente l’uomo «dentro la natura». Abbattendo in maniera definitiva sia il mito dell’«uomo sovrano della natura», sia il mito analogo e opposto dell’uomo «corruttore della natura». Di più: Darwin restituisce all’uomo la consapevolezza piena di essere prodotto e, insieme, attore di un processo di evoluzione della natura, parola che diventa semplicemente sinonimo di universo fisico. La natura non è altro che il cosmo in cui l’uomo vive e di cui l’uomo è parte. Facendo questo, si dice che Darwin abbia detronizzato, contemporaneamente, l’uomo e Dio. Sottraendo al primo la condizione di «centro del mondo» e al secondo la condizione di «necessità per il mondo». In ogni caso, dopo Darwin abbiamo la consapevolezza che l’uomo agisce sempre «secondo natura», perché in tutte le sue dimensioni l’uomo è natura. E che, quindi, non esistono comportamenti «contro natura». In natura non esiste un’etica. Non esiste un comportamento buono in assoluto che si distingue da uno cattivo in assoluto.”. Altresì, i rapporti sessuali fra esseri dello stesso sesso non sono una prerogativa degli esseri umani: negli ultimi quindici anni sono stati documentati comportamenti omosessuali che vanno dai giochi sessuali al crescere la prole ‘adottiva’ in coppie omosessuali in svariate centinaia di specie, sia in cattività che in ambiente naturale. L’elevato numero di osservazioni scientifiche contrasta quindi con la definizione di questi rapporti come «contro natura» se la si intende come definizione derivante da osservazioni naturalistiche. Konrad Lorenz, riferendosi all’oca selvatica, animale che possiede un ordinamento sociale simile a quello umano per quanto riguarda il vincolo fra gli individui del gruppo, scrisse: “Se uno di questi giovani maschi propone il suo giubilo trionfale a un altro maschio e questi l’accetta, ognuno dei due trova nell’altro, per quanto riguarda esclusivamente questa sfera funzionale, un socio e un compare di gran lunga migliore di una femmina. […] Restano fedelmente uniti per tutta la vita per lo meno quanto una coppia eterosessuata.” Proviamo, ora, a supporre per assurdo che gli artisti siano tutti eterosessuali.. Non avremmo gli intensi versi di Saffo, la bellezza di alcuni dei quali raggiunge vertici di suggestione e di efficacia raramente eguagliati. Dall’ammirazione di Platone e dall’imitazione di Catullo fino alla poesia di Byron, di Hölderlin, di Grillparzer, ai versi luminosi di Baudelaire, la fantasia dei poeti e l’immaginazione di ogni lettore hanno trovato nelle liriche di Saffo una fonte straordinariamente ricca di ispirazione, una vena di poesia di grande suggestione. Non avremmo i voluttuosi nudi femminili di Tamara de Łempicka, che l’hanno fatta considerare la madre dell’iconografia erotica del Novecento: nel filo che lega la pittura alla vita, le storie lesbiche di Tamara diventano quadri carichi di sensualità. Il dipinto “La bella Rafaёla”, nel quale è ritratta una prostituta che sarebbe divenuta la sua modella preferita e sua amante, viene definito nel Sunday Times uno dei più grandiosi nudi del Novecento; la figlia Kizette, nelle sue memorie, scrisse della tela: “Il desiderio diventa quasi tattile. Ha semplicemente una voglia matta di possedere quella donna…” . Non avremmo gli impressionistici versi di SandroPenna.Pier Paolo Pasolini, parlando del suo stile, ha modo di affermare: “… è un delicatissimo materiale fatto di luoghi cittadini, con asfalto ed erba, intonaci di case povere, interni con modesti mobili, corpi di ragazzi coi loro casti vestiti, occhi ardenti di purezza innocente”. La canzone di Roberto Vecchioni “Blu(e) notte”, contenuta nell’album “Samarcanda”, racconta, pur senza nominarlo, di lui. Questa è solo una minima parte delle opere di artisti omosessuali o bisessuali delle quali godiamo di cui saremmo stati privi. Opere che sono cibo per la mente e che possono portare, nel goderne, a perdersi, in un deliquio dei sensi.