Porto Tolle, si al carbone si al lavoro

Dipendenti Enel e delle aziende dell’indotto della centrale di Porto Tolle in provincia di Rovigo, hanno manifestato in boxer e canottiera davanti ai cancelli dell’impianto, indossando le lettere dello slogan “Sì lavoro, Sì carbone” ed esponendo lo striscione “Noi 11 mila firme, voi 11 bugiardi”, in riferimento alla petizione che nel mese dal 28 maggio al 26 giugno ha raccolto 11.000 adesioni a favore della riconversione a carbone “pulito”. “La riconversione a gas metano che i signori di Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Greenpeace vogliono per la centrale di Porto Tolle – spiegano i lavoratori Enel e delle aziende dell’indotto – farebbe solo alzare la bolletta di famiglie e imprese, e porterebbe questo impianto alla chiusura nel giro di poco tempo”. Le centrali italiane alimentate a gas naturale, negli ultimi 5 anni, hanno visto diminuire le ore di funzionamento fino al 95%, nel caso degli impianti a gas metano. “Una centrale carbone “pulito” di ultima generazione, invece, garantisce un costo di generazione del 20% inferiore a quello di un ciclo combinato a gas, e – dicono – realizza 3.500 posti di lavoro in cantiere e circa 1.000 stabili durante l’esercizio della centrale, contro i 30 dipendenti di una centrale a gas”.