Messina, l’Atam collassa nel silenzio assoluto

“Al di la dei giochi di potere della politica, che ormai da troppo tempo gravitano attorno all’ATM di Messina, la parola fine sulla vicenda sembra essere stata scritta dalle proteste dei cittadini dei giorni scorsi che, seppur abituati ormai da tempo a un sistema di mobilità urbana assolutamente insufficiente, hanno visto tale servizio scomparire del tutto lasciando a piedi un’intera città da nord a sud”. E’ laconico il commento della Fit Cisl di Messina, tramite il segretario generale Vincenzo Testa, il segretario provinciale Michele Barresi e il responsabile aziendale Lillo Sturiale, sulla situazione dell’azienda trasporti. “Siamo preoccupati – affermano Testa, Barresi e Sturiale – perché sembra chiaro che rimandando di volta in volta il riassetto dell’azienda, quest’ultima sia giunta ormai al collasso. Un’azienda ormai allo sbando e abbandonata a se stessa, con un gravoso carico di maestranze che vive nell’incertezza e non riceve lo stipendio da oltre due mesi, cercando di capire quale sarà la loro sorte mentre la politica non decide e i cittadini aspettano un tram senza sapere se e quando passerà”. Da tempo la Fit Cisl chiede che vengano evitate solite minestre riscaldate che ne garantiscano la semplice sopravvivenza, perché il federalismo fiscale e le conseguenti sempre minori risorse agli enti locali non lo  consentirebbero. “Riteniamo non più rinviabili – sostengono i sindacalisti della Fit – una profonda ristrutturazione politica e organizzativa, che tenga in debito conto le nuove normative di legge in materia di mobilità urbana, quale strumento per poter accedere ai  dovuti contributi regionali. Non ci preoccupa né la riorganizzazione industriale, che peraltro chiediamo da anni, né la trasformazione in Spa sia essa pubblica o privata. Il cambiamento deve basarsi su un percorso condiviso finalizzato alla salvaguardia del servizio pubblico e dell’occupazione”. La preoccupazione della Fit è per il silenzio del Comune di Messina, azionista dell’Atm, “che – aggiungono Testa, Barresi e Sturiale – oltre al preannunciato pannicello caldo di 270 mila euro per pezzi di ricambio, utili solamente a tirare a campare per altri 15 giorni, dovrà per forza di cose affrontare il problema Atm nella sua interezza perché non può più permettersi di ripianare all’infinito le perdite di un’azienda che potrebbe portare anche lo stesso Comune di Messina al dissesto”. La Fit Cisl chiede l’apertura immediata di un tavolo politico con la proprietà che vada al di là degli incontri di routine a uso mediatico, cui ultimamente siamo abituati. Per la Fit serve un confronto serio, per affrontare radicalmente la ristrutturazione societaria e il conseguente piano industriale di risanamento, per rilanciare il sistema di mobilità urbana, rendere competitiva l’azienda e dare continuità occupazionale e sicurezza agli oltre 600 lavoratori. “La strada è obbligata e bisogna far presto – concludono Testa, Barresi e Sturiale – i cittadini sono  stanchi di un servizio che non funziona.  L’Atm è ormai stato di coma operativo e in assenza di riscontri oggettivi seri in termini di risanamento e rilancio saremo costretti a mobilitare i lavoratori”.